Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2010-2013 del 29/07/2009 • Roberto Simonetti

Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2010-2013 del 29/07/2009

Inserita sabato, 9 Giugno 2012 | da: roberto simonetti
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ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, non c’è un problema di Jugoslavia, caro Tabacci, il
problema è chi la paga questa unità nazionale. Lo ripeto: il problema è chi la paga. Il DPEF indica il
nuovo quadro di finanza pubblica per il periodo 2009-2013 modificato a seguito delle nuove
previsioni di carattere macroeconomico nelle quali si intravedono segnali di attenuazione delle
spinte recessive. Questo deriva anche e soprattutto dalle grandi iniziative legislative adottate da
questa maggioranza e proposte dal Governo per fronteggiare la crisi economica. A tali misure
aggiungiamo anche il decreto anticrisi, votato ieri, con il quale abbiamo previsto impieghi per circa
11,5 miliardi negli anni 2009-2012, mediante l’utilizzo di quota parte delle maggiori entrate e delle
minori spese legate al decreto stesso con effetti di fatto neutrali sulla finanza pubblica.
Il Documento prospetta poi una correzione degli andamenti tendenziali di finanza pubblica a partire
dal 2011, in linea con le attese di miglioramento del quadro economico. Per quanto riguarda la
congiuntura internazionale, il Documento comunica che la contrazione della crescita economica e il
deterioramento del clima di fiducia dei consumatori e delle imprese, dovuto agli effetti della crisi
economico-finanziaria iniziata negli Stati Uniti nel 2007, si è successivamente riverberata
rapidamente sulle altre economie avanzate nel 2008. La crisi si è acuita all’inizio del 2009 anche a
causa del crollo del commercio internazionale, il più profondo registrato dal secondo dopoguerra.
Per contrastare gli effetti della crisi abbiamo quindi adottato manovre di bilancio antirecessive e
misure straordinarie di iniezione di liquidità dirette a stabilizzare i sistemi bancari e finanziari. In
merito all’economia italiana è bene comunque segnalare che questa si presenta meno esposta ai
fattori specifici della crisi finanziaria rispetto ad altri Paesi grazie ad alcune caratteristiche
strutturali interne, quali ad esempio il ridotto indebitamento delle famiglie rispetto alla media
dell’area dell’euro, la minore vulnerabilità del settore immobiliare, una redditività del settore
bancario superiore agli altri Paesi dell’area euro. Le misure anticrisi previste, suddivise per settori di
intervento, si articolano con le seguenti linee e cifre: abbiamo il sostegno al settore industriale e
imprese con 15 miliardi nel periodo 2008-2011; miglioramento del funzionamento del mercato del
lavoro con 7,2 miliardi di euro; sostegno agli investimenti per 1,9 miliardi; sostegno al potere
d’acquisto delle famiglie con 3 miliardi.
Quindi le iniziative di questo DPEF e tutte le iniziative intraprese sinora hanno portato ad una
discontinuità rispetto al passato. La discontinuità sta nel fatto di far quadrare i conti riducendo le
spese senza aumentare le tasse. Nel periodo precedente i conti non tornavano e le tasse
aumentavano. Ricordo, quindi, le iniziative intraprese: la normalizzazione delle condizioni
operative del sistema finanziario del credito all’economia; le riduzioni delle imposte sul reddito di
lavoro e il rafforzamento della flessibilità sul mercato del lavoro; l’allargamento della copertura
degli ammortizzatori sociali per ridurre l’impatto negativo della crisi e il rafforzamento degli
investimenti pubblici a sostegno al sistema sociale e produttivo; il sostegno ai settori in crisi, il
decreto-legge banche, i collegati A.C. 1441 in tutte le loro emanazioni; la semplificazione
burocratica e il federalismo fiscale. Tutte iniziative che hanno posto le basi per il rilancio e la
ripresa dell’economia interna. Tutti provvedimenti tesi al contenimento della spesa pubblica a parità
di imposizione fiscale. Ricordo che anche la legge finanziaria in essere pareggia senza un aggravio
fiscale ma esclusivamente con un maggior controllo della spesa pubblica.
Molti hanno sostenuto e sostengono che vi è una diminuzione del controllo dell’evasione fiscale. I
dati, invece, certificano l’esatto contrario e chi accusa il Governo di questo lo fa esclusivamente con
finalità pretestuosa e pelosa.
Per la sinistra la partita IVA è sinonimo di evasione. Per noi, invece, è il fondamento della rinascita
dell’economia. La tutela del manifatturiero, della produzione locale, la difesa delle maestranze non
possono prescindere dalla difesa del made in Italy, poco caro purtroppo all’Unione europea accecata
dalla finanza di carta che ha prodotto la crisi economica a cui noi stiamo ponendo rimedio con i
nostri provvedimenti (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Concludendo, quindi, ribadisco che il DPEF prevede, dal lato dell’entrata, il rafforzamento delle
forme di contrasto all’evasione e all’elusione fiscale e, dal lato della spesa, una migliore qualità e
contenimento della stessa anche mediante il completamento del risanamento dei budget sanitari
delle regioni in disavanzo. A proposito di budget sanitario l’esempio è quello odierno della chiusura
di un ospedale appena costruito proprio perché per risparmiare – per dir così – hanno utilizzato la
sabbia piuttosto che il cemento. In Padania, caro Tabacci, questo non avviene, non avviene! Ricordo
inoltre, la fissazione di costi standard dei servizi pubblici e il contenimento della spesa
pensionistica.
Occorre, quindi, contenere la spesa per completare il riordino degli enti locali e, quindi, emanare il
Codice delle autonomie e promuovere l’evoluzione del Patto di stabilità per gli enti locali stessi.
La risoluzione che noi approveremo, la risoluzione Cicchitto e Cota, n. 6-00028 (Nuova
formulazione) contiene numerose parti volute dalla Lega Nord. Tra le altre ricordo le politiche per
la famiglia attraverso un’imposizione fiscale basata sul quoziente familiare; soluzioni per dare
sostegno alla natalità; la tutela del made in Italy, dal tessile all’agroalimentare, chiedendo un
maggiore interesse da parte dell’Unione europea. È su tutti i giornali l’interessamento del gruppo
Lega Nord Padania per la tracciabilità dei prodotti, dal tessile, al calzaturiero, all’abbigliamento e
anche all’agricoltura. Dovremmo fare una bella battaglia in Europa per costringere quei burocrati,
mai eletti, e che sostanzialmente si autoreferenziano nelle loro decisioni, al fine di dare la possibilità
ai territori e alle piccole patrie di difendere il manifatturiero e la produzione locale, di difendere i
nostri prodotti attraverso l’etichettatura e la tracciabilità degli stessi.
Ricordo altri provvedimenti inseriti nella risoluzione: il rifinanziamento del Fondo di solidarietà per
il settore agricolo; la possibilità di rinegoziare i mutui degli enti locali con la Cassa depositi e
prestiti; destinare risorse per la realizzazione delle grandi opere strategiche soprattutto nel nord.
Ricordo, quindi, l’Expo 2015, l’alta velocità; l’hub di Novara. Quindi, grazie a tutte queste iniziative,
a tutte queste motivazioni, la Lega Nord Padania voterà a favore alla risoluzione Cicchitto e Cota, n.
6-00028 (Nuova formulazione) (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

 

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