Pregiudiziale di Costituzionalità Decreto Ilva del 25.2.2015 • Roberto Simonetti

Pregiudiziale di Costituzionalità Decreto Ilva del 25.2.2015

Inserita giovedì, 26 Febbraio 2015 | da: roberto simonetti
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Questo provvedimento presenta profili di incompatibilità con diverse norme costituzionali e con la giurisprudenza costituzionale che è intervenuta ripetutamente in merito alle circostanze che rendono ammissibile o meno l’utilizzo dello strumento del decreto-legge. Il decreto-legge presenta contenuti non omogenei, in quanto accosta la materia della procedura di amministrazione straordinaria delle imprese in crisi a quelle della valorizzazione urbanistica della città vecchia di Taranto e del completamento delle infrastrutture e delle opere marittime del porto di Taranto. Di più, il Senato ha aggiunto al testo del decreto-legge il comma 5-bis dell’articolo 3, che destina fino a 10 milioni di euro ai fini della messa in sicurezza e gestione dei rifiuti radioattivi in deposito nell’area ex Cemerad, ricadente addirittura in un altro comune, il comune di Statte. Questa è una questione che non si ricollega in nulla con le imprese in amministrazione straordinaria né con lo sviluppo della città di Taranto. Oltretutto la disposizione indirizza risorse statali alla bonifica di un sito che non è stato dichiarato neanche di interesse nazionale e quindi rientrerebbe nella sfera delle competenze regionali. Il decreto-legge tra l’altro – questa è la parte più di sinistra della legislatura di questo Governo – praticamente statalizza questa società perché prevede un’invasione totale dello Stato nella sfera privata di un’azienda, andando a ledere quanto si prevede nell’articolo 41 della Costituzione che sancisce la libertà di iniziativa dell’economia privata. Quindi, sono state inserite una serie di norme che nulla hanno a che fare con l’urgenza. L’unica urgenza vera che aveva il Paese in riferimento alla vicenda dell’Ilva era quella di risolvere il problema delle 4 mila imprese creditrici della struttura Ilva, quasi tutte completamente del nord, che vantano dei crediti fino quasi a 3 miliardi; mentre, invece, questo Stato, questo Governo se ne è fregato totalmente di risolvere questo problema (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Se ne è fregato a tal punto che dal 23 gennaio, quando è stata dichiarata l’amministrazione straordinaria, è stata creata questa new company, che è prevista dal decreto-legge, che nulla avrà di garanzia nei confronti di queste 4 mila imprese che vedranno persi tutti i crediti che hanno nei confronti appunto del gruppo. Questa è la vera urgenza che voi vergognosamente avete evitato. In merito ai profili non solo politici ma anche costituzionali, ricordo che, riguardo alla eterogeneità del contenuto, devo ricordare la lettera del Presidente della Repubblica, del 15 luglio 2009, secondo cui « provvedimenti eterogenei nei contenuti (…) sfuggono alla comprensione della opinione pubblica e rendono sempre più difficile il rapporto tra il cittadino e la legge. (…) è indispensabile porre termine a simili “prassi” […] »; La Corte costituzionale, con la sentenza n. 22 del 2012, ritiene essenziale che il decreto-legge debba essere inteso « nella sua interezza, come insieme di disposizioni omogenee per la materia o per lo scopo ». Quindi, per la giurisprudenza costituzionale occorre che il corpo di un decreto-legge sia « oggettivamente o teleologicamente unitario » cioè un « insieme di disposizioni omogenee per la materia o per lo scopo ». Basta scorrere le rubriche degli articoli del decreto in esame per capire che non vi è nulla di omogeneo. Devo anche dire che la struttura dell’urgenza viene a cadere nel momento in cui ci sono ben sette provvedimenti legislativi che trattano questa materia negli anni. Abbiamo due provvedimenti nel 2012, tre provvedimenti nel 2013, due provvedimenti nel 2014 e questo decretolegge. Tutto parla di una natura ormai congiunturale e non certo emergenziale. Ricordo, tra l’altro, che l’utilizzo della decretazione d’urgenza – che ormai è una prassi (peraltro, su questo decreto-legge, se verrà posta la fiducia, sarà la trentaquattresima fiducia del Governo Renzi neanche in un anno) e che è stata censurata dalle numerose sentenze della Corte costituzionale che hanno sollecitato il ripristino di un corretto percorso costituzionale – produce uno svuotamento, e una mortificazione del ruolo del Parlamento in contrasto con i dettami dell’articolo 70 della Costituzione. Le minoranze sono salite al Quirinale a rimarcare questa posizione ferma: il ricorso estremo alla decretazione d’urgenza e alla fiducia non può far altro che mortificare il Parlamento e portare a quell’Aventino che noi abbiamo voluto evidenziare in sede di riforma costituzionale, perché un’Aula sorda e grigia l’abbiamo vista purtroppo nel ventennio e non vogliamo più tornarci, anche se questa che sta seguendo il Governo Renzi è una via parzialmente democratica, di « figura democratica » ma di fatto autoritaria e dittatoriale. Peraltro, anche le parole del nuovo Capo dello Stato nel suo discorso di insediamento hanno ribadito che vi è la necessità di superare la logica della deroga costante alle forme ordinarie del processo legislativo, bilanciando l’esigenza di Governo con il rispetto delle garanzie procedurali di una corretta dialettica parlamentare. Per tutte queste evenienze, sia di natura legislativa, di natura costituzionale che di natura politica, la Lega chiede al Parlamento di non procedere con l’esame di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie)


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