ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, Ministro, parliamo di nuovo di pensioni, della famigerata «legge Fornero», che il suo partito, il partito di maggioranza, il PD, il partito di Renzi ha votato e continua a sostenere, malgrado tutti i problemi che questa pseudoriforma ha portato, non solo in termini economici, familiari e occupazionali per il mancato turnover, ma anche problemi alle casse dello Stato.
Doveva essere una riforma che risolveva, secondo le vostre indicazioni e le vostre aspettative, dei problemi di cassa dello Stato; invece, a valle dei sei provvedimenti di salvaguardia legati al mondo degli esodati, legati a tutte le altre modifiche che, dal 2012 ad oggi, si sono susseguite, non ultima quella relativa alla sentenza della Corte costituzionale che prevede l’indicizzazione delle pensioni, porterà a nostro avviso un costo maggiore rispetto all’esito della riforma.
Il non aver fatto nulla molto probabilmente sarebbe costato meno alle casse dello Stato, quindi ai cittadini e alle tasche dei cittadini, rispetto a quello che avete fatto.
Quindi, noi siamo qui a chiederle un consuntivo dei costi di questa famigerata riforma.
PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere per tre minuti.
GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Grazie Presidente, con questa interrogazione, ci si chiede di valutare gli elementi di risparmio e di economia che si sono realizzati con il decreto-legge n. 201 del 2011 e gli oneri che sono stati posti a carico del bilancio dello Stato per rimediare ai problemi e ai limiti della legge stessa.
Da questo punto di vista, io credo si possa recuperare un dato secondo cui, quando questa norma è stata approvata, i risparmi di spesa previsti, e quindi conseguentemente assunti nei saldi della finanza pubblica, erano 90 miliardi circa.
A seguito di quella decisione poi si è presentata una serie di problematiche, che conosciamo bene. Nella stessa interrogazione sono proposte una serie di situazioni che si sono ripetute e che hanno visto l’intervento del Parlamento e del Governo con la volontà di assolvere e risolvere i problemi che quei cittadini si sono trovati ad affrontare. Com’è noto, stiamo parlando delle diverse salvaguardie che sono state approntate e approvate, rispetto alle quali sono stati stanziati circa 11 miliardi di euro ed una copertura per circa 170 mila persone.
Questi sono i due dati che oggi abbiamo di fronte. Ci si chiede di valutare anche qual è l’impatto ulteriore riferito all’esito della sentenza della Corte costituzionale.
Nella risposta appena conclusa ho già dichiarato come il Governo sia in questo momento impegnato a fare un’analisi puntuale dei contenuti di quella sentenza e a definirne le modalità di intervento, tenendo conto naturalmente delle esigenze di corrispondere alle norme di bilancio e a tutte le regole che appunto regolano la vita del nostro Paese e la finanza pubblica. Quindi, è chiaro che in questo momento non è possibile assommare questi dati, essendo questa parte non nota.
PRESIDENTE. L’onorevole Simonetti ha facoltà di replicare, per due minuti.
ROBERTO SIMONETTI. Presidente, sono decisamente allibito e quindi insoddisfatto della risposta del Ministro, perché bastava leggesse Il Corriere della Sera di oggi, La Stampa o la Repubblica e i dati molto probabilmente li trovava lì; mi riferisco ai dati legati all’indicizzazione e al costo della sentenza della Corte costituzionale.
Tra l’altro, la Lega Nord ieri, con il nostro segretario, Salvini, ha fatto un blitz al Ministero per dare una svegliata a questo Governo ad ottemperare, perché i pensionati stanno aspettando e mi sembra che il Governo invece stia nicchiando e addirittura il Ministro in Aula ci dice che non ha contezza di quanto possano essere le cifre. Le cifre gliele diciamo noi: si aggirano dai 17 ai 20 miliardi di euro, dal 2012 fino quasi al 2021, ed è il mal tolto che deve essere dato ai nostri pensionati.
La riforma Fornero è da rivedere completamente, perché a valle delle sei salvaguardie per gli esodati e a valle di tutte le problematiche dei donatori di sangue e delle problematiche legate all’assistenza dei familiari gravi, del discorso della quota 96 del mondo della scuola ancora da risolvere, della settima salvaguardia degli esodati ancora da risolvere, si aggiunge quella delle indicizzazioni delle pensioni.
Noi una soluzione gliela diamo; molto probabilmente anche qualcun altro del suo partito la dà, che ovviamente voi non ascoltate.
È la legge di riforma del mondo delle pensioni, quella della quota 100, quella di avere, appunto, una possibilità di andare in pensione con 58 anni di età e 42 anni di contributi. Questa sarebbe veramente l’unica soluzione che questo Paese potrebbe dare per risolvere i problemi di cassa e i problemi sociali che la vostra legge Fornero ha prodotto. Quindi, pensateci bene.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ROBERTO SIMONETTI. Mentre state risolvendo il problema delle indicizzazioni, portiamo anche sul tavolo la riforma delle pensioni. Ieri il Ministero ci ha detto che questo non è nell’agenda, probabilmente noi glielo chiederemo con un’altra raccolta di firme, che, purtroppo, la stessa Corte costituzionale non ha voluto approvarci, malgrado, con un parere completamente simile, abbia cassato la legge Fornero, fortunatamente. Sfortunatamente, ha cancellato anche la possibilità di referendum e di dare voce al popolo che aveva sottoscritto la raccolta di firme (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).