ROBERTO SIMONETTI. Grazie Presidente, chiedere la fiducia oggi, in questo momento particolare della storia, su un tema delicato come quello delle banche, è estremamente avventato. O c’è il coraggio della disperazione o la sfrontataggine dall’arroganza, o una o l’altra. In Italia avete perso quindici giorni fa le elezioni amministrative, avete perso Roma, Torino, Napoli, Trieste, quasi tutti i capoluoghi e, per esempio, in Piemonte non avete neanche vinto un ballottaggio dove eravate in gara. In Europa vediamo che la Gran Bretagna, il popolo britannico sceglie per la Brexit e la sinistra italiana grida allo scandalo del voto universale, dopo aver festeggiato in quest’Aula il settantesimo del voto delle donne. Sulla Brexit avremmo preferito udire parole di comprensione ed apprezzamento per lo splendido esercizio di democrazia diretta di cui hanno saputo dar prova gli inglesi, invece no, solo biasimo e richieste di accelerazione delle pratiche per l’espulsione, per punire gli inglesi. Gli inglesi vanno puniti perché sono ribelli, perché hanno votato contro l’Europa. Ieri questo Governo ha negato, con il voto della sua maggioranza, la possibilità chiesta da noi nella risoluzione affinché il popolo italiano possa decidere con un referendum sulle politiche europee, siano esse commerciali, infrastrutturali, economiche, sulle tematiche bancarie come quelle di oggi. Il voto popolare per voi però non conta nulla, tant’è che voi siete il terzo Governo non eletto consecutivo e credo neanche l’ultimo di questa legislatura, visto che Renzi a ottobre dovrà dare le dimissioni. Quindi il popolo per voi non può esprimersi e i suoi rappresentanti devono essere zittiti, tant’è che il Parlamento non ha potuto discutere in Commissione questo decreto-legge e oggi ci zittite con la posizione della questione di fiducia, sulla quale ovviamente noi voteremo contro.
Con voi ritorna il regime, con voi ritorna quel grigiore del Ventennio, perché il combinato disposto della modifica costituzionale e dell’Italicum farà rinascere una sorta di Parlamento dei fasci e delle corporazioni, un Parlamento formato dalle componenti della corrente di maggioranza del partito che vincerà le elezioni attraverso un premio di maggioranza fraudolento e vergognoso, quindi una rappresentanza parlamentare molto simile a quella del famoso Ventennio, in cui i gerarchi del partito erano seduti proprio in quei banchi lì. In questa situazione esplosiva, in un Paese dove l’emergenza immigrazione oramai è diventata la prassi quotidiana, in cui dire che sbarcano tremila clandestini al giorno oramai non fa neanche più notizia, grazie alle vostre politiche di accoglienza; in un Paese in cui il Governo prende in giro i suoi lavoratori dicendogli che per andare in pensione tre anni prima al posto di fare una seria riforma della legge Fornero, gli dice che devono andare in banca ad accendere un mutuo ventennale di 40.000 euro e devono mangiarsi tutto il capitale che hanno accumulato nelle pensioni integrative; in un Paese in cui per conoscere quali siano i testi del trattato transatlantico, il TTIP, i parlamentari devono essere scortati dai carabinieri nella sala lettura segreta presso il Ministero dello sviluppo economico, il cui Ministro Calenda, pochi giorni fa, aveva sfacciatamente dichiarato che sul Trattato tra Europa e Canada, anche se penalizzante per le economie del nostro Paese, il Parlamento italiano non avrebbe potuto dire assolutamente nulla, Parlamento che non dovrà occuparsi se non delle fiducie sulle banche. In una situazione così delicata, in cui la crisi di rappresentanza delle istituzioni nazionali ed europee per il mancato confronto con il popolo è estremamente evidente, il Governo chiede la fiducia sull’ennesimo provvedimento salva banche a scapito dei lavoratori, delle imprese, dei correntisti e dei risparmiatori. Con i vostri provvedimenti passa il concetto, sia ideale che nei fatti, che è meglio salvare una banca piuttosto che l’impresa che è debitrice, non per niente siamo in recessione e siamo in deflazione, le imprese muoiono, il consumo cala, il PIL non cresce, la disoccupazione non cala e perché ? Semplicemente perché il Governo preferisce mettere mano al portafoglio per mettere in salvo il sistema bancario, i privilegiati del credito, non l’impresa, non vuole tutelare l’impresa e le piccole medie imprese, le aziende familiari, gli artigiani, gli imprenditori, chi produce e chi crea occupazione. Questi sono sempre dimenticati, voi vi ricordate solo dei banchieri. Perché non fate decreti con la fiducia sull’abbassamento della pressione fiscale, che è la più alta in Europa, 28 miliardi in più della media UE ? Perché non producete decreti sull’abbattimento del costo del lavoro, su politiche d’aiuto alle imprese, perché non orientate le vostre politiche economiche sul rilancio della produzione ma cercate invece di salvaguardare semplicemente i servizi ? Il PIL sano, quello vero, si aumenta con l’aumentare della produzione, non con una semplice solidità bancaria, tra l’altro ancora tutta da verificare, perché le verifiche al mondo bancario sono mancate in questi anni, sia da parte del Governo che della Banca d’Italia e della Consob, che hanno concesso agli amministratori delle banche, in questo lassismo delle verifiche nell’impunità più totale, la possibilità di aggravare lo squilibrio patrimoniale delle banche stesse da loro amministrate, nella consapevolezza che poi i rischi sarebbero ricaduti sulla collettività, non risparmiando neanche le fasce più deboli. Avete fatto una serie infinita di provvedimenti per salvare le banche, ma manca quello più importante, quello sulla separazione fra le banche commerciali e le banche di speculazione. Questo provvedimento voi non l’avete fatto, avete fatto quello per l’introduzione del bail-in, quello sulle banche di credito cooperativo, quello per le banche popolari, quello per le newco dei fallimenti bancari del «giglio magico». Vi manca proprio quella parte più importante e ci sono proposte di legge in questo Parlamento di cui sarebbe veramente interessante che il Parlamento prendesse atto e il Governo le perseguisse. Quindi, nel provvedimento, voi come aiutate a disincagliare i crediti delle banche, che sono quasi inesigibili ? Visto che per il disincaglio voi date il compito a degli istituti di riscossione di crediti che non sono neanche nazionali, sono stranieri, che dovranno acquistare questi crediti al 20, al 30, al 40 o al 50 per cento di valore in meno rispetto alle azioni che andranno ad acquistare e su questo acquisto e successiva vendita loro dovranno effettuarci anche un guadagno.
La risposta sta nel decreto: in pegno a questo rischio che date a società straniere, voi date il «Patto Marciano» e il pegno non possessorio: due possibilità di credito che hanno un solo effetto, depredare le imprese italiane dei loro beni, dei loro averi, dei loro capannoni, dei loro marchi e know how anche solo per lo scoperto di un conto corrente. Con il pegno non possessorio è come se si smaterializzasse la proprietà, trasformando in mera misura finanziaria gli attivi di impresa, materiali e immateriali, dai marchi ad eventuali quote societarie, ai macchinari, al magazzino, stravolgendo quella che è la gerarchia dei creditori. Prima si partiva, in caso di fallimento, al pagamento dei lavoratori, di quanto dovuto ai lavoratori, poi dei fornitori e infine delle banche; oggi invece voi fate un’inversione dei privilegiati del credito: si parte quindi dalle banche, che avranno quindi un titolo appunto privilegiato anche rispetto ai lavoratori. Con il Patto Marciano la banca invece potrà direttamente prendere il bene per tenerselo per sé o per venderlo, praticamente le banche ti portano via il capannone se hai uno scoperto di conto corrente per nove mesi e un giorno.
Io immagino che il Governo ha fatto questa proposta perché non conosce la vita reale; avere uno scoperto di nove mesi in questi periodi di crisi è l’ordinarietà, non è l’eccezionalità, quindi di fatto voi volete portare via i capannoni a tutte le imprese. Voglio poi capire come il PIL crescerà, visto che sono le piccole e medie imprese che sono la spina dorsale vera, e non la Fiat o altre grandi aziende, che tra l’altro grazie ai vostri provvedimenti portano le sedi all’estero per non pagare le tasse in Italia.
Quindi, la vera fregatura di questo decreto è quella dei truffati, dei rimborsi per i truffati delle banche del Giglio magico; voi ridate al massimo l’80 per cento perché abbia meno di 35.000 euro di reddito o meno di 100.000 euro di patrimonio immobiliare, una platea che quindi non è universale e che deve avere un parziale ristorno, però, per poter accedere, deve rinunciare all’arbitrato, del quale potrebbe avere il 100 per cento. Il problema è che il risparmiatore si trova di fronte a questa situazione: o l’80 per cento o il nulla, il nulla perché per l’arbitrato voi non avete fatto ancora i regolamenti, con un ritardo di ben quattro mesi. Siete un Governo centralista, al pari dell’Unione europea, con voi il federalismo è morto, il principio di sussidiarietà è sepolto, avete spazzato via ogni potere dalle autonomie locali e dalle regioni. Se l’Europa sta fallendo, è proprio per questa politica elitaria e centralista, a scapito delle comunità locali e del popolo, che tutte le volte che può votare su argomenti di natura comunitaria li boccia, ogni volta che il popolo vota, vota contro l’Unione Europea. Ecco perché noi, non potendo votare contro l’Europa, oggi votiamo contro Renzi, che rappresenta tutte le negatività dell’Europa e a ottobre voteremo contro la modifica costituzionale, che raccoglie in sé il più becero centralismo della storia repubblicana (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).