Questione pregiudiziale Ratifica dell'Accordo tra il Governo la Repubblica francese per la realizzazione della linea ferroviaria Torino-Lione • Roberto Simonetti

Questione pregiudiziale Ratifica dell’Accordo tra il Governo la Repubblica francese per la realizzazione della linea ferroviaria Torino-Lione

Inserita mercoledì, 28 Dicembre 2016 | da: roberto simonetti
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  ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente. Noi voteremo contro questa pregiudiziale di costituzionalità, proprio perché voteremo a favore del provvedimento finale, perché  la Lega Nord non è nemica del progresso e della modernità. Ovviamente bisogna declinarlo e ovviamente non può essere considerata una valvola di sfogo, la decrescita felice contro la corruzione, perché non è detto che nei Paesi poveri, nei Paesi dove non ci sia ricchezza, la corruzione non alberghi, anzi è l’esatto contrario. Qua il tema principale non è tutta la burocrazia, che è stata scritta, che è stata di fatto emendata attraverso questa risoluzione di costituzionalità. Qui in gioco c’è il futuro del Paese, il futuro della Pianura Padana, perché se noi vogliamo che il nord del Paese, la Pianura Padana appunto, diventi il centro delle comunicazioni di scambio dell’intero continente europeo, non possiamo prescindere dalla realizzazione di questa grande infrastruttura, che deve portare ovviamente progresso e ricchezza nel cuore pulsante e nel cuore economico e produttivo del Paese. Ciò proprio perché, se noi vogliamo essere competitivi nei confronti di Rotterdam, se vogliamo che sia la Pianura Padana il transito di tutte le merci che arriveranno dall’est attraverso il raddoppio del Canale di Suez, non possiamo prescindere dalla TAV, perché questo non è un problema piemontese ! La non realizzazione di questo intervento non è un problema solo piemontese, sarebbe un problema dell’intero Paese, soprattutto della Padania e della Pianura Padana, perché altrimenti l’Europa non sta lì a guardare quello che facciamo noi, se non ci piangiamo addosso o se cerchiamo una decrescita felice, che si tramuterà ovviamente in una decrescita infelice. Lo farà altrove, lo farà al di sopra delle Alpi, portandoci sempre più a sud di questa Europa, portandoci sempre più verso l’Africa e non verso la Germania e verso il cuore economico del nostro continente. Quindi, è miope – è miope ! – questa visione di non considerare la realizzazione delle infrastrutture solo perché potrebbe albergarsi, all’interno di queste, un problema di mafia, di corruzione, di tangenti e quant’altro.

E bisogna avere il coraggio: chi ha la responsabilità ci metta la faccia e chi ha la responsabilità ovviamente lavori per il bene comune e per l’utilizzo da buon padre di famiglia dei soldi pubblici. È tanto semplice: ci sono le leggi, c’è la magistratura, non è la politica che deve nascondersi dietro al non eseguire le opere perché, altrimenti, ci sarebbe la corruzione. E poi bisogna fare anche in fretta: di tempo se ne è già perso a sufficienza, anche più che a sufficienza, bisogna chiudere il provvedimento entro la fine dell’anno, il 31 dicembre, perché altrimenti perderemmo il 40 per cento dei trasferimenti che l’Unione europea dà per la realizzazione di questo intervento. Quindi, per avere più Padania in Europa e più Italia in Europa, bisogna farla, altrimenti saremo sempre più Africa e noi con l’Africa non abbiamo nulla da spartire.


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