La riforma del fisco è uno dei pilastri del Governo Draghi.
Riforma che, come è noto, verrà attuata mediante una legge delega che racchiuderà in sé le indicazioni che il Governo dovrà attuare nel concretizzarla. E la Lega ha fortemente voluto la trasformazione della Commissione bicamerale di indagine sulla riforma dell’IRPEF, costituitasi durante il precedente governo, in una commissione di indagine riferita all’intero sistema fiscale affinchè le sue conclusioni fossero ritenute delle raccomandazioni al governo per l’attuazione della riforma stessa.
La commissione ha prodotto un risultato eccellente e molte delle indicazioni della Lega sono diventate proposte comuni del Parlamento: no all’aumento della pressione fiscale, no a nessun tipo di patrimoniale, si al mantenimento della mini flat tax fino a 65.000,00 euro di ricavi, nessuna nuova tassa sulle successioni, l’abbassamento dello scaglione Irpef tra 28.000 e 55.000 euro, meno tasse sul lavoro, l’addio alle “microtasse”, la riduzione dell’Iva, la creazione di un nuovo sistema fiscale che abbia come fine lo stimolo dell’incremento del tasso di crescita dell’economia nazionale, rendendo comunque il sistema più snello , più semplice e più certo.
L’elevata aliquota implicita sul lavoro è considerata un ostacolo fondamentale alla crescita economica e all’occupazione, così come l’elevata tassazione sui fattori produttivi è un macigno allo sviluppo. Si pensi che l’aliquota di tassazione sul lavoro è pari al 42,7% contro una media UE del 38,6%.
Così come le aliquote marginali troppo alte portano i contribuenti a preferire il rischio dell’evasione fiscale o dell’elusione, talvolta agevolata dalla complessità del sistema tributario. Difatti le istruzioni per la compilazione del Modello Redditi Persone Fisiche è di 341 pagine, per il modello 730 di 136 pagine e l’Irpef è modulata da ben 54 diversi parametri. Pertanto una drastica semplificazione e razionalizzazione del sistema fiscale è ineludibile, rendendo più trasparente il rapporto tra fisco e contribuente, a garanzia di quest’ultimo.
Sulle addizionali locali la commissione, su proposta della Lega, ritiene opportuno non archiviare lo spirito riformatore del federalismo fiscale imperniato ai pilastri di autonomia e responsabilità.
Non ultimo il superamento dell’Irap, imposta odiosa perché avendo come base imponibile la remunerazione dei fattori produttivi, mina alla base la crescita economica che è costituita appunto dall’aumento di essi.
Si richiede il perseguimento di un nuovo rapporto fra fisco e contribuente che non si fondi più sul concetto che quest’ultimo sia un “evasore non ancora scoperto” auspicando un intervento del legislatore che innovi le attività di controllo basate sulla ricostruzione presuntiva di reddito e di ricavi e sia lo Stato e non il contribuente a dover giustificare l’ipotetico maggiore guadagno da assoggettare a tassazione.
Il risultato della commissione di indagine è un motivo in più a giustificare la presenza della Lega al governo affinchè la riforma del fisco sia veramente incentrata su una marcata riduzione del carico fiscale sia su capitale che sul lavoro, all’interno di una complessiva riduzione della pressione fiscale, salvaguardando comunque il mantenimento se non il miglioramento degli standard di finanziamento del welfare.
La Lega c’è e farà da sentinella al momento della stesura della riforma complessiva.
Roberto Simonetti