Finalmente dopo anni di battaglie della Lega l’Autonomia è legge: il Parlamento ha approvato la legge di attuazione dell’Autonomia Differenziata prevista dall’art.116 comma terzo della Costituzione.
Una lunga tradizione autonomista e federalista ha da sempre permeato la storia del nostro Paese, già da prima che l’Italia si costituisse. Cattaneo riteneva che l’Italia sarebbe stata uno Stato più forte attraverso un sistema federale. Purtroppo il centralismo ha sempre posto una fortissima resistenza alle istanze di cambiamento tanto che le stesse autonomie nel periodo del ventennio fascista furono letteralmente cancellate. Nel periodo della Resistenza vi fu il manifesto della Carta di Chivasso come punto di riferimento per tutti i partiti e tutte le esperienze autonomiste che sono seguite. Manifesto che si basava su un principio fondamentale: che il modo per tenere insieme il Paese era uno Stato federale su base regionale e cantonale che potesse evitare, attraverso la valorizzazione delle differenze, il ritorno alla tanto odiata dittatura. Arrivò poi la Costituzione che al suo articolo 5 ha previsto che la Repubblica è sì una e indivisibile, ma indica anche il riconoscimento e la promozione delle autonomie locali, inserendo in sé stessa il valore costituzione dei comuni, delle province e delle regioni, che sempre per la resistenza centralista vennero istituite solo negli anni settanta.
E, dopo l’istituzione della regione, questo testimone della battaglia autonomista e federalista fu raccolto da Umberto Bossi, fu fondata la Lega unendo in sé tutti i movimenti autonomisti, con la finalità di concretizzare la missione politica di modernizzare l’Italia trasformandola in uno Stato federale. Azione politica così forte e radicata nel paese che costrinse la sinistra nel 2001 a modificare la Costituzione nel suo Titolo V definendo quali siano le competenze esclusive dello Stato, quelle concorrenti e quelle che si possono delegare alle regioni in maniera esclusiva. Previo accordo.
Ecco arriviamo a oggi, dopo più di vent’anni, a dare attuazione a ciò che la Costituzione già stabilisce e che numerose Regioni hanno già richiesto allo Stato, anche attraverso dei referendum consultivi: Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, hanno già firmato accordi con il Governo, Campania, Liguria, Lazio, Marche, Piemonte, Toscana e Umbria hanno formalmente conferito al Presidente l’incarico di chiedere al Governo l’avvio delle trattative per ottenere ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, Basilicata, Calabria e Puglia hanno assunto iniziative preliminari.
Da oggi l’Autonomia Differenziata si può attuare seguendo l’iter previsto dalla Legge Calderoli, senza spaccare il Paese, senza impoverirlo ma anzi arricchendolo attraverso la responsabilizzazione dei centri di spesa, definendo e finanziando anticipatamente i livelli essenziali delle prestazioni.
Chi accusa che con l’autonomia noi vivremo in un paese in cui vi sarà una migrazione sanitaria da Sud a Nord, che il Sud avrà carenze infrastrutturali ed imprenditoriali, che i cittadini meridionali non avranno servizi essenziali, sa che sta mentendo perché sta descrivendo l’esatta situazione attuale di uno Stato senza autonomia, di uno Stato centralista, quella di un Paese diviso in cui una parte non riesce ad essere estremamente competitiva rispetto al resto del mondo ed una parte che è succube degli sprechi e dell’incapacità gestionale dei suoi eletti.
L’Autonomia responsabilizza gli eletti a vantaggio dei cittadini. Ed è per questo che oggi è una grande giornata, figlia di anni di battaglie di tutti i militanti della Lega a cui va il più grande ringraziamento.
La Lega ce l’ha fatta!