Oropa: la Città di Biella perpetui la centenaria tradizione dei cancelli • Roberto Simonetti

Oropa: la Città di Biella perpetui la centenaria tradizione dei cancelli

Inserita domenica, 25 Agosto 2024 | da: roberto simonetti
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Oggi ho partecipato, come da tanti anni, alla tradizionale cerimonia presso il Santuario di Oropa legata alla celebrazione anniversaria dell’Incoronazione della Sacra Statua della Madonna che avviene l’ultima domenica di agosto.

Celebrazione che ha anche la funzione di rinnovare materialmente il ruolo della Città di Biella nella gestione temporale del Santuario per ivi esercitare tutti quei diritti di giurisdizione, che gli compete da Regi Stabilimenti”, come recita l’Ordinato deliberato dal Consiglio Comunale di Biella il  7 agosto 1789 stante il fatto che il Santuario è un Ente autonomo laicale di culto come sancito nel “lodo” del 29 settembre 1644, patrocinato da Madama Reale, che è da considerarsi come il vero e proprio atto di fondazione della Congregazione mista laico-ecclesiastica per il governo temporale del Santuario di Oropa. Fu sottoscritto a Torino d’ordine da Madama Reale, dal marchese di Pianezza Carlo Emanuele Filiberto Giacinto di Simiana,  controfirmato per accettazione da Felice Bertodano e dal canonico Alberto Albertini, quali procuratori del Capitolo di S. Stefano, e da Francesco Vercellone e dall’avvocato Romolo Rondi, quali procuratori della città di Biella.

Caratteristica mista laico – ecclesiale successivamente confermata dalla Sentenza della Corte di Cassazione del 25 marzo 1902 che confermava quella della Corte di Appello di Torino del 28 aprile 1900.

L’Ordinato del 1789 inoltre stabiliva anche le “Prerogative spettanti al corpo della presente città di Biella nel Santuario di Oropa nelli vigilia e festa dell’anniversario dell’Incoronazione della Sacra Statua della Madonna Santissima in detto Santuario venerata” fra le quali troviamo che “verranno rimesse dal Signor Prette Stanziere tutte le chiavi, niuna esclusa delle porte del recinto d’esso Santuario per ordine del Signor Rettore al Signor Sindaco … per non vulnerare nè ponto né poco quei diritti di giurisdizione, e governo che in tal solennità a questa città gli competono dà Regi Stabilimenti…Si avrà altresì tutta la cura che dal predetto Santuario venga somministrata l’argenteria necessaria e solita darsi in tale circostanza, e che sia prima della partenza restituita al Signor Can. Rettore assieme alle chiavi suddette delle porte del recinto.

Dal 1789 quindi la “cerimonia delle chiavi” quale affermazione dei propri diritti della Città di Biella è stata celebrata. Io ho partecipato alle stesse con Sindaci di ogni estrazione politica: Susta, Barazzotto, Gentile, Cavicchioli, Corradino.

Negli anni si è però sempre più affievolita.

Dapprima ci si avvicinava a tutti e tre gli accessi: il cancello posto all’ingresso, il portone in fronte alla Basilica Antica ed il portone a monte verso la scalinata alla Basilica Nuova, successivamente solo il cancello ed oggi nulla.

Il Sindaco Olivero ha spiegato che l’odierna assenza del gesto di apertura/chiusura dei cancelli è dovuta al fatto che tale cerimonia ha creato nel tempo confusione fra la celebrazione dell’Incoronazione della Statua della Madonna con la conclusione del ciclo annuale delle processioni parrocchiali e che comunque la giurisdizione laica della Città di Biella si concretizza giornalmente con tutte le azioni che l’Amministrazione dedica con passione al Santuario.

Auspico però che un supplemento di riflessione debba essere svolto in ossequio alla Storia e alla delibera del Consiglio Comunale cosicché l’anno prossimo si possa ripristinare la cerimonia laica dell’apertura/chiusura dei cancelli affinchè la Città di Biella continui a esternare plasticamente “tutti quei diritti di giurisdizione, che gli compete da Regi Stabilimenti”.

In un periodo storico in cui molte tradizioni vengono sostituite da un nuovismo sterile cerchiamo il più possibile di far vivere ciò che la Storia ci ha donato e prodigarci nel coinvolgere le giovani generazioni a conoscere ed apprezzare sempre più il proprio patrimonio storico culturale.

Roberto Simonetti


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