Simonetti: siamo sempre quelli dell'Autonomia • Roberto Simonetti

Simonetti: siamo sempre quelli dell’Autonomia

Inserita venerdì, 1 Novembre 2024 | da: roberto simonetti
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Intervista su Il Biellese del 01.11.2024

Negli ultimi mesi la coalizione di centrodestra sembra meno compatta, con Forza Italia che cerca uno spazio al centro per caratterizzarsi meglio nello schieramento e Fratelli d’Italia che continua a fare leva sul consenso che la Leader Giorgia Meloni continua ad ottenere per far valere la legge del più forte. Per voi è una situazione difficile?

No, in politica non ci sono spazi vuoti e una sana competizione migliorativa giova a tutti, e i risultati elettorali della coalizione lo dimostrano. Le elezioni regionali liguri di questa settima sono l’esempio concreto di come riusciamo a costruire una sintesi solida, vincente, prospettica e programmatica che viene premiata dall’elettorato. Siamo la coalizione del fare e la Lega su questo ne è il motore: oltre 2000 cantieri aperti quest’anno in tutto il paese per un totale di investimenti di almeno 4,5 miliardi di euro con Salvini alla guida del Ministero delle Infrastrutture. In Piemonte, per esempio, si è cantierizzata la nostra pedemontana, il collegamento ferroviario Torino-Aeroporto di Caselle, la metropolitana di Torino, l’autostrada Asti-Cuneo, la logistica alessandrina. Per il biellese ho contribuito a sbloccare il finanziamento di 5 milioni al ministero affinché la Regione Piemonte con RFI possa iniziare l’opera di elettrificazione della Biella -Novara.

La Lega arriva da un risultato non negativo alle ultime europee, ma decisamente al di sotto delle aspettative nelle amministrative e nelle regionali, che ha fortemente ridimensionato il vostro peso rispetto a 5 anni fa quando il partito ottenne il massimo dei consensi. Al vostro interno è in corso una riflessione su questa situazione per trovare eventuali contromisure?

I partiti tradizionali pagano sempre un pegno nelle elezioni amministrative in quanto questo voto, a causa sia delle preferenze personali che della presenza di una offerta civica, annacqua notevolmente il dato politico delle elezioni. C’è chi vota il parente, l’amico, il collega di lavoro candidati in ogni lista per le elezioni comunali e poi però nel voto politico si concentra invece sui simboli nazionali. Detto questo comunque in un partito non si deve mai smettere di riflettere, anche quando si ha il vento in poppa, anzi, quello è il momento più difficile per restare coi piedi per terra. Vi sono cicli positivi e cicli negativi. E quando si governa non tutto riesce bene. Sta nelle cose della vita. Ed è evidente a tutti che è stata solo la Lega a pagare dazio elettorale di quelle manchevolezze della legislatura uscente anche non sue ma di altri partiti della coalizione.

Il risultato delle europee è stato corretto dal successo riscosso dal generale Vannacci. Cosa pensa del fatto che quest’ultimo possa pensare a farsi un proprio partito oppure a scalare le gerarchie della Lega?

Io son convinto che l’esito elettorale personale dell’On. Vannacci sia essenzialmente costituito da voti di preferenza di elettori già della Lega e che quindi il risultato la Lega lo avrebbe fatto egualmente. Comunque idee complementari, vitalità esterna e nuova linfa è sempre utile per consolidare il partito per il raggiungimento del suo mandato primario: l’autonomia e il federalismo. Autonomia il cui iter applicativo è stato tradotto in pratica attraverso la legge Calderoli, che non fa altro che concretizzare ciò che la Costituzione prevede a seguito della modifica del Titolo V del 2001 voluta dal Partito Democratico.In merito all’organizzazione interna della Lega è elementare dire che chi vuole esserne parte statutariamente attiva deve inizialmente tesserarsi, poi il nostro Statuto prevede che per candidarsi alla carica di segretario federale il tesserato possegga almeno dieci anni di militanza.

Non pensa che l’idea che ha in testa Vannacci c’entri poco con la tradizione della Lega e rischi di snaturare il partito, come sta accadendo al Movimento 5 Stelle che sta abbandonando il proprio “padre nobile” Beppe Grillo?
Il nostro padre nobile Umberto Bossi non è mai stato abbandonato e le sue preziose riflessioni sono sempre raccolte e attese dalla dirigenza della Lega. E’ chiaro però che i tempi sono cambiati rispetto al 1996, periodo dell’Indipendenza della Padania, il mondo si è fatto più piccolo e nello stesso tempo maggiormente competitivo con l’avvento della globalizzazione, siamo entrati nell’Euro, non abbiamo più la leva della svalutazione competitiva della Lira per far fronte alle esigenze nazionali, siamo soggetti a regole e leggi europee in campo economico, fiscale e finanziario. Per non parlare di quelle ambientali. Ed il rapporto con questa nuova realtà istituzionale non può che essere tenuto dallo Stato nazionale, quindi è giusto avere trasformato la Lega in un partito nazionale, costituito da tante Leghe regionali unite da un sentimento federale. Un partito federato che vuole realizzare un’Italia federale. Ecco, chi ha a cuore le identità e le autonomie locali, chi aborra uno Stato centralista romanocentrico non è che il benvenuto in Lega.

Si era parlato di un possibile congresso in autunno. Potrebbe essere una sorta di resa dei conti nei confronti di una leadership di Matteo Salvini che appare appannata?

Il Congresso credo si terrà in primavera e la leadership di Salvini non la vedo appannata. Anzi il partito si stringe intorno a lui proprio ora che per difendere i confini si trova costretto a subire un processo che potrebbe portarlo a una condanna di 6 anni di reclusione. Un unicum tutto italiano. Di solito chi difende lo Stato lo si gratifica con una medaglia, non con una condanna.

A Biella i vostri rappresentanti si sono dovuti accontentare di raccogliere posizioni che nella coalizione li pongono anche alle spalle della lista civica di Gentile. Potrebbe diventare un motivo di frizioni interne alla coalizione?

Lei parla di posizioni, io rivendico idee e programmi. Non sono solo il numero delle posizioni, certamente frutto dell’esito elettorale, a dare valore ad una compagine politica o amministrativa. Di solito solo chi non ha idee mette sul tavolo la sua forza squisitamente numerica e non programmatica al fine di poter affermare la sua esistenza. Quindi non intravedo problemi di frizioni interne in base ai posti, almeno da parte nostra. Per la Lega è la proposta politico amministrativa il vero motore di una coalizione, innanzi tutto verso la cittadinanza, e constato orgogliosamente che attualmente in Comune a Biella c’è una forte continuità con le iniziative proposte dal periodo della giunta Corradino, per esempio sul commercio, sui lavori pubblici legati al PNRR, sullo sport, sulla sicurezza, sulla cultura, sulla montagna, sulle infrastrutture ma non solo, perché quell’esperienza è stata una grande fucina di idee e di iniziative straordinarie che ancor oggi permeano in maniera indelebile le azioni della nuova amministrazione. La Lega volle nei cinque anni passati portare Biella nei circuiti nazionali e internazionali contraddistinguendosi in essi grazie alla riscoperta della propria storia tessile d’eccellenza integrata con il suo meraviglioso territorio naturalistico e sportivo. Ecco perché, oltre a diventare città creativa Unesco, per esempio abbiamo lanciato progetti come “Biella Città della Moda”, “Biella Città Alpina”, la Juventus allo stadio Pozzo per legare le unicità di Biella ai contesti nazionali e internazionali per attrarre nuova residenzialità, nuova imprenditorialità, nuove economie. Noi continueremo a spingere in questo senso affermando sempre più che il ruolo di programmazione territoriale non venga demandato a realtà private ma sia determinato dalle istituzioni pubbliche.

Non può negare però che dopo il voto di giugno in Lega  a Biella ci siano dei malumori, a volte manifestati anche con l’abbandono o il disagio di personaggi che per 5 anni hanno fatto parte del Governo della città o hanno ricoperto incarichi a livello regionale e nazionale. Come si governa una situazione del genere?

E’ chiaro che scendere dal 35 all’8 per cento riduce la possibilità di poter esprimere le proprie esperienze all’interno di cariche elettive e quindi qualche dispiacere lo crea. Ma dobbiamo guardare al futuro e soprattutto essere consci che è il simbolo del partito da preservare e da sostenere, prima ancora delle singole ambizioni personali, perché è il partito la casa dell’ideale politico. La Lega ora si è attestata sopra l’otto per cento. Son certo che per crescere si debba allargare la nostra offerta oltre ai temi storici di partito come sicurezza ed autonomia, e pertanto nel prossimo futuro proporrò al territorio momenti di riflessione su temi importanti come avvenuto la scorsa settimana sui risvolti locali delle elezioni americane. Ecco quindi incontri con esponenti locali e nazionali di approfondimento sul turismo, sul welfare e le politiche sociali, sullo sport, sulle infrastrutture, sulle politiche energetiche, sull’intelligenza artificiale ed anche sulle politiche spaziali, che sembrano fantascienza ma già oggi influenzano silenziosamente la nostra quotidianità in modo pregnante e saranno la vera sfida del potere nel mondo del futuro.
Voglio dimostrare plasticamente che la Lega c’è, ha idee, cuore, programmi e persone rappresentative a cui dare fiducia.

 


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