PRESIDENTE. L’onorevole Simonetti ha facoltà di illustrare l’interrogazione Dozzo n. 3-02412, concernente iniziative di competenza per implementare il controllo sulla gestione delle risorse pubbliche nella regione Sicilia (vedi l’allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.
ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, notizia di questi giorni di dibattito nazionale è la situazione disastrosa dei conti pubblici della regione Sicilia, una regione che spende moltissimo in spesa corrente, in quella spesa improduttiva, clientelare ed assistenziale, tanto che ha 28 mila dipendenti contro i 5 mila della Lombardia, pur avendo la metà dei cittadini, e contro i 3.300 dipendenti del Piemonte.
Ecco, quindi, che in una situazione in cui noi abbiamo votato in Costituzione il pareggio di bilancio è giusto andare a controllare vivacemente quelle realtà che spendono i soldi in maniera appunto assistenziale e clientelare.
Chiediamo, quindi, al Governo se è veramente intervenuto con 400 milioni di finanziamento alla regione Sicilia, con quali modalità, dove sono stati presi questi fondi e se ci saranno ulteriori finanziamenti (si parla di ulteriori 230 milioni per la sanità della Sicilia). Inoltre, chiediamo se il Governo controllerà i bilanci euro per euro di questa regione così spendacciona e se è stato programmato anche un piano di rientro, basato sui costi e fabbisogni standard e non, quindi, su contribuzioni a pioggia e a piè di lista, come sempre.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Dino Piero Giarda, ha facoltà di rispondere.
DINO PIERO GIARDA, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, nella risposta all’interrogazione occorre premettere che sono stati avviati i tavoli di confronto con la regione Sicilia, finalizzati ad esaminare la situazione economico-finanziaria della regione stessa.
Per quanto concerne la richiesta di implementare i controlli sulla gestione delle risorse pubbliche, si precisa che tale operazione incontra il limite delle garanzie derivanti dallo Statuto di autonomia, che non consente ingerenze dello Stato oltre i confini stabiliti dalle norme stesse. In particolare l’articolo 28 del regio decreto legislativo 15 maggio 1946 impone termini precisi per il controllo preventivo di legittimità costituzionale delle leggi regionali, mentre allo Stato non sono consentiti controlli di merito sull’efficienza e l’efficacia della spesa.
Ulteriori possibilità di controllo della spesa siciliana sono rinvenibili nelle norme relative ad obblighi derivanti da impegni assunti dall’Italia in sede comunitaria come ad esempio il Patto di stabilità interno, applicabile anche alle autonomie speciali.
In merito alla richiesta di utilizzare i cosiddetti costi e fabbisogni standard nei piani di risanamento regionali, si fa presente che, sulla scorta di recenti sentenze della Corte costituzionale, la determinazione di tali criteri è da ritenersi un passaggio necessario finalizzato anche alla confrontabilità degli ordinamenti finanziari delle autonomie speciali. In particolare, la Corte costituzionale, con sentenza n. 201 del 2010, ha stabilito l’esclusiva applicabilità nei confronti delle autonomie speciali dei principi contenuti negli articoli 15, 22 e 27 della legge n. 42 del 2009. Secondo tale pronuncia si deve ritenere che i principi della legge suddetta non possano essere direttamente desunti dagli articoli cui devono riferirsi i decreti legislativi delegati per l’attuazione del federalismo, ma devono essere definiti nell’ambito più corretto indicato nell’esegesi della norma della Corte costituzionale della normativa di attuazione statutaria. In tale senso, rimane indenne la necessità di una disciplina concreta dei principi che, con specifico riferimento all’articolo 27 citato, riguardano gli obiettivi di perequazione e di solidarietà, l’assolvimento degli obblighi posti dall’ordinamento comunitario, il principio del graduale superamento del criterio della spesa storica…
PRESIDENTE. La prego di concludere, Ministro.
DINO PIERO GIARDA, Ministro per i rapporti con il Parlamento.…cui peraltro si lega uno dei punti cardine della riforma, principi – il che è incontestabile – devono essere recepiti nelle emanande norme di attuazione. Si ritiene pertanto che la sede idonea per definire le modalità applicative dei costi e fabbisogni standard sia rinvenibile nel tavolo di confronto di cui all’articolo 27 della citata legge 5 maggio 2009, n. 42.
PRESIDENTE. L’onorevole Simonetti ha facoltà di replicare.
ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, sono molto insoddisfatto perché la risposta del Ministro certifica una cosa: una delle poche regioni in Italia che ha la possibilità di autonomia non utilizza la medesima autonomia per essere virtuosa ma, anzi, addirittura la utilizza per non farsi controllare, perché possa essere all’esterno di ogni tipo di controllo, però richiede i fondi e lo Stato supinamente dà questi fondi. Infatti, se il ministro non mi ha risposto è perché ci saranno 400 milioni più 230 milioni di euro a scapito di tutti quegli enti locali del nord virtuosi che vengono ad essere penalizzati dalla vostra manovra della spending review che va a colpire chi meglio gestisce i fondi pubblici, perché le spese derivanti dai consumi intermedi escludono le spese per il personale, che sono quelle che hanno creato il debito grosso, grossissimo, della regione Sicilia.
Questo è un Governo quindi contro il nord; contro la questione settentrionale; contro i comuni del nord; contro le imprese del nord, perché non diminuisce il loro cuneo fiscale, ma addirittura ne aumenta la pressione fiscale; contro le famiglie del nord, perché con l’IMU prima casa, con il taglio delle pensioni, con la riforma del lavoro va a colpire tutta quella fascia di società che continua a contribuire a questo Stato che spende i soldi e che non attua le leggi che noi avevamo proposto e che erano quelle appunto del federalismo fiscale, dei costi e fabbisogni standard, dell’eliminazione della spesa storica a favore appunto di una spesa più consapevole e più certificata. Si tratta di cose che il Ministro oggi ci ha detto che non può fare, perché lo Statuto della regione Sicilia la rende autonoma. Piacerebbe a me, come piemontese, come presidente di provincia, avere tutte le possibilità di uno Statuto di autonomia della mia regione e della mia provincia, invece mi trovo a dover certamente certificare il dissesto per i tagli che voi farete con la spending review, che tolgono 500 milioni di euro ulteriori agli enti locali, proprio quegli enti locali virtuosi, che voi colpite costantemente (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).