Dichiarazione di voto Decreto legge 95/2012 – revisione della spesa pubblica , c.d. Spending Review del 07.08.2012 • Roberto Simonetti

Dichiarazione di voto Decreto legge 95/2012 – revisione della spesa pubblica , c.d. Spending Review del 07.08.2012

Inserita mercoledì, 8 Agosto 2012 | da: roberto simonetti
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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO SIMONETTI. Questo provvedimento del Governo, sorretto da una maggioranza PD-PDL (questo è sempre bene ricordarlo), certifica che la fase federalista di questa legislatura è finita ed è stata sostituita da una fase centralista. Infatti il nostro federalismo fiscale è stato distrutto da tutti i vostri provvedimenti: l’introduzione dell’IMU sulla prima casa e dell’IMU sulla seconda casa, incassata dallo Stato per il 50 per cento. Il federalismo demaniale, nato per valorizzare i comuni, ora invece viene utilizzato proprio per far fronte a quel debito pubblico nazionale che è nato proprio per le politiche del compromesso storico dell’Unione di Centro, che è di fatto la reincarnazione della Democrazia Cristiana, che insieme al Partito Comunista Italiano ha creato un debito pubblico di 2.000 miliardi di euro (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). La compartecipazione IVA da regionalizzata è stata nazionalizzata da voi, favorendo così i territori con maggiore evasione fiscale(Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Per non parlare poi dei costi e fabbisogni standard, che sono il vero pilastro di una vera revisione della spesa, non questa vostra, che rimangono però un semplice miraggio, perché non volete calcolarli, perché preferite il vecchio metodo dei tagli lineari e della spesa storica pagata a piè di lista, che mortifica l’efficienza, la virtuosità, premiando l’incapacità e l’irresponsabilità. Un esempio è quello della Sicilia, che con questo provvedimento si prende 171 milioni degli 800 messi a disposizione dei comuni per l’abbattimento del loro debito nei confronti dei fornitori e delle imprese, contro gli 83 milioni destinati alla Lombardia e 47 al Piemonte.

Come sempre, si premia chi più spreca, e questo ne è un esempio lampante (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Con questo provvedimento si prendono in giro le imprese, che sono i beneficiari finali di questi trasferimenti, perché questi fondi vengono detratti da un capitolo di spesa dell’Agenzia delle entrate, che è già loro dedicato proprio per i rimborsi statali alle imprese stesse. Si cambiano i capitoli, ma i soldi sono sempre gli stessi: praticamente un semplice maquillagecontabile e finanziario, e purtroppo, all’interno del provvedimento non è l’unico.
Così, infatti, anche il tanto sbandierato taglio dei dipendenti pubblici – il 20 per cento dei dirigenti e il 10 per cento del personale – rimarrà squisitamente solo un buon lancio mediatico, ma niente di più. Infatti, il taglio non viene previsto sui reali lavoratori, ma sulle piante organiche, che sono certamente più numerose, tanto che praticamente pochissimi verranno colpiti dalla revisione. Una revisione che, però, avrebbe dovuto basarsi, per esempio, nel raffronto del numero dei dipendenti dell’ente rispetto al numero dei residenti, in modo tale da colpire precisamente e con giudizio lo sperpero di chi utilizza i soldi pubblici a fini squisitamente assistenziali e clientelari. E, certamente, non è il Nord, che ha la metà dei dipendenti pubblici a parità di popolazione: il Sud è, in questo caso, oggetto di revisione, appunto, dei dipendenti pubblici (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

Politiche fortemente centraliste, appunto, contro il Nord, contro le imprese, le famiglie e gli enti locali del Nord: il tutto, come sempre, approvato con un voto di fiducia, attraverso un decreto-legge –  e abbiamo sentito che ce ne saranno almeno un’altra decina da qui a settembre -, questioni di fiducia che umiliano e commissariano la democrazia, che obbligano il Parlamento a sottostare ai diktat dell’Europa, continente in cui è sempre più scarsa la legittimazione democratica delle iniziative governative. E non ci stupisce affatto la scarsa considerazione che ilPremier Monti ha del Parlamento nella sua ultima intervista ad un giornale tedesco e, quindi, della sovranità popolare. Da quando si è insediato al Governo, ha sempre proceduto con decreti-legge, a colpi di voti di fiducia, mortificando le prerogative del Parlamento, considerato come un freno alla sua volontà di comando.
Ma se noi capiamo il Presidente Monti, anche se non lo giustifichiamo, perché si è trovato ad essere nominato senatore a vita e Presidente del Consiglio senza neanche mai essere eletto consigliere comunale, non ha partecipato ad alcuna elezione(Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), non è mai stato sottoposto al giudizio del popolo sovrano, noi non possiamo capire né tollerare, però, l’atteggiamento del Presidente della Camera, Gianfranco Fini, l’onorevole Fini, che siede in quest’Aula da ben trent’anni. Presidente Fini, lei non ha detto una sola parola per difendere la sovranità popolare, non ha detto nulla in difesa delle prerogative di quest’Aula e dei deputati (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), non un gesto per fermare questa deriva tecnocratica e antidemocratica.
Non è più sopportabile che il Parlamento venga zittito dalla posizione della questione di fiducia – oggi è stata la trentaquattresima in otto mesi -, con la quale il Governo attua provvedimenti iniqui con i più deboli e, ovviamente, aiuta sempre i più forti. E, anche in questo caso, aiuta una banca – nel dettaglio, il Monte dei Paschi di Siena che, tra l’altro, ha una connotazione politica ben precisa -, che viene salvata dallo Stato mediante un impegno di acquisto dei sui titoli per un valore di almeno 4 miliardi di euro, trovati mediante l’accensione di debito pubblico. Ma come? Per le imprese, per le famiglie, per gli enti locali non si può finanziare la crescita e lo sviluppo attraverso il debito e, invece, per salvare una banca sì (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)? Allora, bisogna ragionare come ragiona questo Governo e capire se, effettivamente, la modifica costituzionale che abbiamo fatto serve solo a costrizione degli enti locali e, invece, per le banche non serve. Vedremo, almeno, se questo verrà considerato aiuto di Stato dalle autorità europee.
Di più. L’importo della salvezza di questa banca è lo stesso dei tagli previsti dalla spending review. Infatti, per l’anno 2012, si prevedono minori spese per 4,5 miliardi di euro, la stessa cifra regalata al Monte dei Paschi. Queste minori spese, però, non vengono dai tagli qui a Roma, ma vengono dai tagli alle regioni, alle province, ai comuni, alla sanità, enti locali che dovranno così per forza fornire minori servizi. A fronte dei tagli draconiani – il 72 per cento quest’anno e il 67 per cento della manovra è in capo agli enti locali – dovranno o ridurre i servizi o aumentare i propri tributi. Tagli che, nel biennio, arrivano ad ammontare a 8 miliardi di euro per gli enti locali e a 3 miliardi di euro per la sanità. Saranno così i cittadini, ricevendo meno servizi, a pagare il salvataggio di una banca.

Avete creato un mondo alla rovescia, un mondo in cui l’operaio, il piccolo imprenditore e la casalinga devono svenarsi per salvare le banche (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Un mondo che boccia il nostro emendamento, l’unico emendamento presentato in Commissione bilancio, finalizzato a dare copertura ad ulteriori 2 mila lavoratori esodati, il cui valore era più o meno di 30 milioni di euro. Piuttosto che aiutare 2 mila famiglie, avete preferito bocciare il nostro emendamento e dare 30 milioni di euro a Roma Capitale, simbolo davvero internazionale dell’inefficienza e dell’incapacità di gestire il bene pubblico (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Sì, Roma può essere capitale, ma la capitale dello sperpero dei soldi pubblici che voi vergognosamente continuate a foraggiare a pie’ di lista (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

È un decreto-legge manifesto, praticamente finalizzato esclusivamente a posticipare l’aumento dell’IVA che avevate previsto per l’autunno e che noi abbiamo già contrastato nelle scorse manovre. Numeri certi, però, dell’introito IVA sostituiti con numeri incerti derivanti da una razionalizzazione della spesa che non verrà, che non darà i frutti economici attesi, perché state perseguendo la strada sbagliata delle riforme. State centralizzando al massimo il potere dello Stato e mortificate le autonomie locali, non solo economicamente, come ha già detto, ma anche istituzionalmente. Mi riferisco all’abolizione confusa delle istituzioni provinciali, che ne può essere un simbolo: cancellare una provincia solo per fare cassa non significa cancellare un ente locale, significa cancellare un’identità, un valore di appartenenza, un’anima territoriale su cui si fonda la coscienza della comunità. Bisogna sì riordinare, ma con giudizio, con intelligenza, riordinare i territori in modo organico, comprendendo una revisione delle prefetture, per esempio, e anche di quelle piccole regioni che saranno ancora più piccole delle nuove province(Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
State creando un Paese sempre più centralista, che imbocca la strada del futuro contromano e qualcuno mi dice anche con i fari spenti. Infatti, per far vivere l’euro, la moneta unica, si dovrà perdere sempre più la sovranità nazionale degli Stati, arrivando ad un’unità europea politica e monetaria. E voi, piuttosto che rafforzare i territori e le regioni, piuttosto che intraprendere la strada delle macroregioni e delle euroregioni, uniche realtà istituzionali che nel prossimo futuro potranno garantire il bilanciamento territoriale come contrappeso al Governo unico europeo, colpite a morte gli enti locali virtuosi del Nord, le piccole e medie imprese del Nord, le famiglie del Nord.

Solo una drastica riduzione dello Stato, a favore delle autonomie locali, potrà dare all’impresa la forza necessaria per essere competitiva con le aree produttive europee ed internazionali. Solo un vigoroso autonomismo potrà dar fiato all’economia e produrre maggiore ricchezza, maggior prodotto interno lordo. Non vi è, però, nulla di tutto questo nel provvedimento: non avete toccato le pensioni d’oro; non avete messo il tetto agli stipendi dei manager pubblici; non avete ridotto il numero dei Ministeri; non vi è un euro per le imprese; non vi è un euro per lo sviluppo e la crescita; non avete trovato un euro per abbassare la pressione fiscale, che è la più alta del mondo. Ecco perché voteremo contro questa revisione della spesa, che più che unaspending review è una spendine rewind, nel senso che riavvolgete sempre il nastro e fate pagare lo scotto del debito pubblico sempre agli stessi, sempre alle autonomie virtuose del nord (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

Il nord, però, non si arrende, è un nord che lotta, che vuole raggiungere al più presto la sua autonomia; nord che qui noi rappresentiamo a testa alta e che vota contro questo provvedimento iniquo e dannoso per la sua economia reale (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania – Congratulazioni).

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