Dichiarazione voto finale legge stabilità 2012 del 21.12.12 • Roberto Simonetti

Dichiarazione voto finale legge stabilità 2012 del 21.12.12

Inserita sabato, 22 Dicembre 2012 | da: roberto simonetti
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ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, questo è l’epilogo di un anno di disastri per i cittadini, per le famiglie e per le imprese. Con oggi si conclude una bruttissima pagina che, devo dire, ha macchiato la storia di questa Repubblica attraverso un’azione di un Governo non eletto, che ha di fatto sradicato ciò che era stato creato dall’elettorato attraverso un voto democratico, il quale aveva dato vita a una legislatura di riforme, una legislatura che doveva vedere nascere finalmente e concretizzarsi il federalismo. Sono state realizzate, all’inizio di questa legislatura, azioni legislative importanti, come la legge n. 42 del 2009 e almeno altri dieci decreti legislativi attuativi di quella riforma che doveva essere il pilastro, lo scheletro di quel nuovo rapporto tra elettori ed eletti e tra autonomie e Stato.
Ciò, invece, è stato tutto demolito con i vari provvedimenti di questo Governo e questa maggioranza inedita, PD e PdL. Ricordiamoci che adesso tutti criticano l’IMU, tutti criticano l’aumento dell’entità delle tasse, ma l’avete votato voi. Solo noi della Lega Nord non abbiamo mai dato la fiducia a questo Governo e mai abbiamo votato alcun tipo di provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Quindi anche il PdL, Berlusconi, che adesso dice che vuole togliere l’IMU, bastava che non votasse l’IMU nel decreto-legge «salva Italia» o che venisse in Parlamento. Abbiamo avuto un anno di tempo per modificarlo e ciò non è stato fatto. Adesso, in campagna elettorale, avendo da sparare le sue cartucce con le pistole ad acqua va e parla di IMU. È chiaro, i dati sono tragici, talmente tragici che però ammettono anche una verità. È l’ABI, l’Associazione delle banche italiane, che ieri dice che il risultato della calmierazione del differenziale con i titoli tedeschi, cioè lo spread, non è merito delle azioni di questo Governo e di questa maggioranza, ma è squisitamente merito dell’azione della BCE, tanto che nell’anno prossimo prevede un’ulteriore riduzione del PIL dello 0,6 per cento.
Questo significa quello che abbiamo detto noi: il troppo rigore non ha portato sviluppo ma ha fatto aumentare le tasse, ha fatto aumentare il debito, tanto che dai 60 miliardi di euro previsti di aumento del debito siamo arrivati addirittura a 100 miliardi di euro di aumento in un anno. Ciò ha fatto sì che sia stato sforato il tetto dei 2 mila miliardi di euro di debito pubblico, un macigno che le politiche consociative degli anni Ottanta e Novanta hanno messo in capo a ogni singolo cittadino. È un freno allo sviluppo, è un peso che frena lo sviluppo.
Di fatto abbiamo il 5 per cento in meno di produzione industriale in questo anno, abbiamo 8 miliardi di euro in meno per la contrazione dei prestiti, 19 miliardi di euro alle imprese e 8 miliardi di euro alle famiglie. I mutui per la prima casa sono scesi del 31 per cento, la disoccupazione l’avete fatta aumentare dal 9 all’11,5 per cento attraverso le vostre politiche di rigore. Il debito pubblico, come ho detto, è aumentato e ha sforato il tetto dei 2 mila miliardi di euro.
Il rapporto deficit/PIL sta raggiungendo i limiti di Maastricht del 3 per cento.
Quindi, che cosa era da fare in questa legge di stabilità che non è stato fatto? Per esempio, occorreva procedere con la riforma sull’IRAP per dare fiato alle imprese e per fare sì che si crei nuova occupazione e nuovo PIL. Invece, voi non lo avete fatto. Anzi, attraverso l’apposizione dell’IMU sulle categorie D, data esclusivamente allo Stato, avete fatto sì che l’impresa venga ad essere nuovamente colpita, perché se i sindaci non hanno la possibilità di avere introito dei capannoni e delle parti industriali (che ovviamente sono tutti al Nord e non sono al Sud) non avrà altra via che aumentare questa aliquota, facendo sì che le imprese debbano vedersi quindi ancora maggiormente tassate. Le imprese, quindi, guarderanno all’estero e ad altri territori e certamente non avranno più stimolo a realizzare nuovi fabbricati, nuove imprese e nuova economia sui nostri territori.
Anche per quanto riguarda le coperture, 2,5 miliardi sono stati presi dal capitolo dei crediti alle imprese per pagare l’aumento di capitale della BEI. Per pagare altre nuove spese sono stati presi i soldi dai crediti degli imprenditori. Oltre a non pagarli perché c’è il Patto di stabilità, oltre a chiedergli maggiori tasse attraverso l’IMU sui capannoni, addirittura gli avete ridotto la possibilità di avere indietro i loro crediti. È uno Stato, quindi, contro l’impresa e lo sviluppo.
Però siete riusciti con molta facilità ad aiutare la solita banca di sinistra: il Monte dei Paschi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Gli abbiamo regalato 3,9 miliardi, ma almeno l’avessimo nazionalizzata, almeno che lo Stato fosse entrato attraverso il Ministero nella governance di questa banca con l’immissione di un membro del Governo nel CdA. Almeno avremmo potuto decidere che questi soldi sarebbero stati utilizzati per maggiori crediti alle famiglie e alle imprese. No, gli avete dato 3,9 miliardi e in cambio ci hanno dato dei pezzi di carta che sono praticamente dei titoli inesigibili. È stata praticamente una regalia a delle banche attraverso la spremitura di tutte quelle famiglie e di tutti quei cittadini che si sono visti il 17 dicembre a dover pagare l’IMU e avere volatilizzato la loro tredicesima e la loro mensilità di dicembre. È un mondo al contrario, l’ho sempre detto: sono le casalinghe che aiutano le banche a salvare se stesse.
Quindi, come dicevo all’inizio, è una fine di legislatura ingloriosa per gli enti locali e per le autonomie, tanto che avete già dovuto decidere ora che i bilanci dei comuni e degli enti locali non si possono fare il 1o gennaio. Bisogna già prevedere il termine della redazione dei bilanci preventivi al 30 giugno. Questo significa che, dopo cinque anni di legislatura, non c’è un filo di federalismo, non c’è un filo di autonomia, non c’è un filo di possibilità di avere una previsione degna di questo nome per l’autonomia finanziaria e istituzionale degli enti locali e, quindi, abbiamo buttato via un periodo nel quale era doveroso per noi riuscire a dare delle risposte ai sindaci, ai presidenti di province e ai presidenti di regione che sono coloro che quotidianamente sono in prima linea a risolvere i problemi dei cittadini e a dare i servizi primari ai cittadini (gli asili, le scuole, la sanità, il lavoro, gli uffici per l’impiego e quant’altro).
È chiaro che una situazione di questo tipo e una legge di stabilità di questo tipo fanno rabbrividire anche Cirino Pomicino. Siamo arrivati a 500 commi in una legge di stabilità. Cirino Pomicino penso che adesso applaudirà a questo sistema che è stato nuovamente intrapreso (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Ricordo che fu proprio la Lega Nord, assieme a Tremonti, con il decreto-legge n. 112 del 2008, a dare inizio all’inversione di tendenza da quel metodo da «prima Repubblica» (che ci ha portato al debito pubblico di cui parlavo prima) e a fare una politica triennale di redazione dei bilanci e a cercare il rigore nei provvedimenti di previsione economica e di evitare il microsettoriale, il localistico e tutto ciò che era squisitamente ordinamentale e che, invece, al Senato abbiamo visto riprendere quota attraverso il partito della spesa.
Se questo è venuto fuori è, a mio avviso, proprio perché il Partito Democratico è il partito della spesa pubblica che ha preso il sopravvento in questa legge di stabilità.
Dovremo essere seriamente preoccupati se il Partito Democratico diventerà maggioranza, addirittura con un altro partito della spesa pubblica e del debito pubblico che è quello di Vendola (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Ecco, una maggioranza di questo tipo sarà sicuramente deleteria per le casse di questo Stato, uno Stato che oramai è al capolinea e lo dimostra anche l’inconsistenza numerica e fisica di questo Governo che oggi, nel suo ultimo giorno di vita, non viene neanche a presentarsi in Aula.
Non c’è neanche un sottosegretario o Ministro dell’economia e delle finanze che venga a difendere questo schifo di legge di stabilità. Mi scusi, signor Presidente. Abbiamo un Presidente del Consiglio che non è in quest’Aula da almeno due mesi(Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) e invece avrebbe dovuto venire lui a chiedere l’ennesima fiducia di un disastro economico che ha portato alla distruzione di quanto eravamo noi riusciti a creare attraverso il federalismo fiscale. Ringrazio i colleghi della Lega Nord Padania per aver sostenuto con forza quanto il Ministro Calderoli e il Ministro Bossi fecero con la legge  n. 42, che voi avete distrutto con solo due provvedimenti e due apposizioni di fiducia senza mai essere stati eletti né votati da nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).


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