E come sempre nella lotta per la libertà dei popoli ci sono i cuori pavidi, i timorosi, che per mantenere la possibilità di banchettare a corte rinnegano sé stessi e i loro patrioti, chiudendosi anch’essi all’interno del castello, tradendo le proprie origini o forse, meglio ancora, palesando a tutti la loro vera natura: essere conformi al potere costituito, nati per assecondarlo e salvarlo dalle ribellioni.
Solo chi ha coraggio, un grande coraggio può sfidare il sistema: Matteo Salvini, con la sua proposta di elezioni subito in alternativa ad una situazione di stallo politico e amministrativo, ha lanciato una sfida non solo al potere nazionale ma ad un ordine europeo che vede il popolo succube alla burocrazia comunitaria. Salvini ha lanciato una sfida molto ambiziosa, e noi con lui, prima o poi la vinceremo.
Chi risponde a questi temi che, essendo il paese una repubblica parlamentare e trovando una maggioranza nelle Camere è giusto formare un governo, io rispondo che il collante deve essere la Politica, con la P maiuscola, fatta di partiti ed eletti con ideali comuni, con mandati elettivi comuni, con programmi in sintonia e non solo i semplici numeri dei gruppi parlamentari . Il Conte 2 rappresenta plasticamente invece non una repubblica parlamentare, essendo venuto meno la presenza della politica in senso puro del termine, ma una repubblica “poltronamentare” finalizzata solo a cancellare il dissenso allo status quo e a garantire i privilegi ottenuti.
Fare opposizione non è vergognoso, non è da fessi, soprattutto se la si adempie in onore alla propria storia politica ed ai propri ideali. Semmai è estremamente vergognoso essere parte di maggioranze parlamentari tradendo sé stessi, la propria storia ed i propri elettori.
Pertanto siamo estremamente fiduciosi, e le piazze stracolme per Matteo Salvini di questi ultimi giorni ne sono la conferma. Perché è solo questione di tempo: la Lega, pur essendo il partito più vecchio del panorama nazionale, ha da sempre le idee più giovani e brillanti del contesto internazionale. E il futuro è dei giovani.
Roberto Simonetti