Legge finanziaria 2009; Bilancio di previsione dello Stato per il 2009 e bilancio per il triennio 2009-2011 10/11/2008 • Roberto Simonetti

Legge finanziaria 2009; Bilancio di previsione dello Stato per il 2009 e bilancio per il triennio 2009-2011 10/11/2008

Inserita sabato, 9 Giugno 2012 | da: roberto simonetti
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ROBERTO SIMONETTI. Quest’anno la sessione di bilancio è stata condotta in modo diverso dalla
storicità.
Infatti, i disegni di legge finanziaria e di bilancio per l’anno 2009 sono innovativi rispetto agli anni
passati e camminano sui binari stabiliti dalle linee essenziali previste inizialmente dal DPEF ed
attuati dal decreto-legge n. 112 del 2008. Inoltre, per la prima volta il contenuto della manovra della
legge finanziaria è stato ridotto all’essenziale, come previsto dall’articolo 11 della legge n. 468 del
1978, successivamente modificata, come dicevo, dal decreto-legge n. 112 del 2008, convertito dalla
legge n. 133 del 2008, che ha escluso dal contenuto della legge finanziaria le disposizioni
finalizzate direttamente al sostegno o al rilancio dell’economia, oltre a quelle di carattere
ordinamentale, microsettoriale e localistico.
I provvedimenti già approvati nell’estate scorsa ed i successivi collegati portano ad una previsione
triennale 2009-2011 di stabilizzazione della finanza pubblica mediante essenzialmente il
contenimento della spesa. I saldi rispettati sono quelli stabiliti ed introdotti in anticipo rispetto alla
sessione di bilancio dal decreto-legge n. 112 del 2008, in funzione delle previsioni del DPEF e nella
successiva Nota di aggiornamento, tesa ad azzerare il deficit entro il 2011. La Nota di
aggiornamento rivede al ribasso di 0,4 punti percentuali le stime di crescita del PIL nel 2008,
portandola allo 0,1 per cento rispetto allo 0,5 fissato in giugno. Anche per l’anno 2009, il presunto
tasso di crescita dello 0,9 è rivisto allo 0,5 per cento.
Nonostante l’ulteriore deterioramento della congiuntura internazionale, causata dall’acuirsi della
crisi dei mercati finanziari internazionali, il Governo conferma l’obiettivo di indebitamento netto al
2,5 per cento per il 2008. Per gli anni successivi si prevede un leggero ritocco, che non dovrebbe
comunque compromettere il pareggio di bilancio previsto entro il 2011.
Da questo punto di vista, il Governo ha scelto una politica di chiarezza, rigore e trasparenza, la
stessa adottata in occasione del DPEF e del decreto-legge n. 112 del 2008. Essendo una manovra
triennale, nel caso in cui non vi sia un cambiamento del quadro macroeconomico, non dovrebbero
quindi essere necessarie, nel triennio di riferimento, ulteriori manovre correttive dei saldi. La
presente finanziaria è detta «asciutta» proprio perché molte parti programmatiche, tipicamente
rientranti nelle disposizioni in oggetto di dibattito, sono già state introdotte mediante altri
provvedimenti paralleli, quali appunto il decreto-legge n. 112 del 2008 ed il disegno di legge n.
1441 (suddiviso in bis, ter e quater), che hanno dato al Paese nuove norme in campo
infrastrutturale, di sviluppo economico, energetico e contabile.
Come dicevo, il bilancio prevede entrate finali per 464 milioni e spese finali per 517 milioni. Il
saldo netto da finanziare, corrispondente alla differenza tra entrate finali e spese finali, sempre in
termini di competenze, è pari a 33,5 milioni di euro. Riguardo alle spese finali, la riduzione è quasi
interamente imputabile al forte decremento delle spese in conto capitale per 15,7 milioni ed al
contenimento della spesa corrente di 477 milioni. Inoltre, l’anticipazione della manovra triennale,
l’indicazione delle risorse resesi disponibili per il triennio 2009-2011 ed i tagli della spesa corrente
programmati, hanno consentito a tutta la pubblica amministrazione di attenersi ad una politica di
rigore da subito, che si è dimostrata tempestiva alla luce delle peggiorate condizioni delle previsioni
macroeconomiche, di cui il Governo ha dovuto prendere atto con la Nota di aggiornamento già
ricordata.
Gli ambiziosi obiettivi di finanza pubblica saranno raggiunti comunque senza aver aumentato la
tassazione sui contribuenti, e questo è un passo in avanti rispetto alla storicità di quest’Aula. Anzi,
con il disegno di legge finanziaria in esame sono state trasformate a regime norme di agevolazioni
fiscali importanti per i contribuenti, fra le quali ricordo la detrazione dell’imposta ai fini IRPEF per
le rette di frequenza degli asili nido e la riduzione delle accise sul gasolio e GPL per il
riscaldamento in zone montane e nelle frazioni dei comuni ricadenti nella zona climatica E,
parzialmente non metanizzati. Inoltre, sono state prorogate norme ed agevolazioni quali la
detrazione fiscale al 36 per cento e la riduzione dell’IVA al 10 per cento per le spese di
ristrutturazione di immobili ad uso abitativo, la detrazione dell’imposta lorda nella misura del 19 per
cento per le spese di aggiornamento dei docenti.
Per la prima volta – lo ricordo – lo strumento alternativo all’aumento della pressione fiscale sui
cittadini e le imprese, che è familiare alle politiche di sinistra, ossia la riduzione della spesa
primaria, comporterà che l’incidenza della stessa sul PIL passerà dal 4,1 per cento del 2008 al 3,86
per cento del 2013, allineandosi così con i valori degli altri Paesi dell’Unione europea.
Quindi, mentre il Governo, sostenuto dalla maggioranza, sta sistemando definitivamente la finanza
pubblica, non appena il contesto internazionale della situazione economica consentirà la ripresa
dell’economia, saremo pronti a ripartire da ottime basi per poterci impegnare a destinare risorse alla
riduzione della pressione fiscale ed al sostegno degli investimenti e dello sviluppo.
Ricordo, inoltre, al sottosegretario, che il gruppo della Lega Nord porrà attenzione agli
emendamenti proposti dal Governo riguardanti essenzialmente il Patto di stabilità. Mi riferisco,
quindi, all’introduzione delle modifiche alla legislazione vigente (portando al 2007 l’anno di
riferimento e cercando di escludere le spese delle calamità naturali), all’eliminazione del comma 8
dell’articolato che istituisce il Patto di stabilità riguardante le spese per l’alienazione di immobili e di
azioni e, soprattutto, all’inserimento della clausola relativa all’esclusione dal Patto di stabilità di
quegli investimenti che possono essere liquidati nei limiti delle disponibilità di cassa e di quegli
investimenti già determinanti nelle annualità precedenti.
Punteremo, inoltre, sugli ammortizzatori sociali per il sistema aeroportuale, sull’editoria, sulle
scuole paritarie e sulla detrazione fiscale al 36 per cento, a cui vorremmo aggiungere, oltre alla
proroga, anche l’ampliamento per l’acquisto di immobili da parte di giovani coppie per l’abitazione
della prima casa.

 

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