ROBERTO SIMONETTI. Andiamo ad approvare in terza lettura i disegni di leggi finanziaria e
bilancio 2009 in quanto il Senato ha portato delle modifiche al testo licenziato da quest’Aula. Prima
di intervenire in merito alle suddette modifiche voglio ricordare che quest’anno abbiamo affrontato
la legge finanziaria e bilancio in modo completamente innovativo rispetto al passato, anche dal
punto di vista del voto finale, senza ricorre alla consueta fiducia.
La manovra, stilata in ossequio al DPEF 2009-2013 e al 112, è volta a dare attuazione allo stesso
DPEF, insieme ad altri provvedimenti, e al livello di indebitamento netto e rapporto tra debito
pubblico e PIL da conseguire nel triennio, raggiunto quest’anno, per la prima volta, attraverso la
diminuzione della spesa piuttosto che all’aumento delle tasse.
La manovra si completa con disegni di legge già approvati dalla Camera ed all’esame del Senato, i
cosiddetti collegati 1441-bis, ter e quater relativi allo sviluppo economico, la semplificazione, la
competitività, l’internazionalizzazione delle imprese, in materia di energia nucleare e di lavoro ed
anche il decreto anti crisi, in corso di esame nelle Commissioni V e VI.
Abbiamo concretizzato politiche tese alla riduzione del costo della macchina statale, alla sua
efficienza ad una sburocratizzazione e semplificazione.
E tutto questo per la prima volta escludendo dal contenuto le disposizioni di carattere
microsettoriale e localistico eliminando norme estranee al contenuto proprio della legge finanziaria,
norme che in passato moltiplicavano in modo esponenziale il numero degli articoli e delle spese.
Ma come bene tutti sappiamo, la legge finanziaria risente della crisi economica internazionale. La
crisi dei mercati in atto, la diminuzione dei corsi azionari, la minaccia della stagnazione sono la
conseguenza di una profonda crisi del sistema capitalistico occidentale.
La crisi dei sistemi finanziari.
Il sistema bancario, dal canto suo, quindi non deve far mancare il credito alle aziende, è un aspetto
fondamentale, le banche non possono non erogare sufficiente supporto alle famiglie ed alle imprese,
la stretta creditizia è un pericoloso segnale. Il tonfo azionario è dovuto all’ esasperazione dell’
economia di carta che si credeva sostitutiva dell’economia concreta, del manifatturiero.
L’Europa deve farsi portavoce, quindi, di una difesa delle nostre aziende, delle imprese reali e
concrete, che costituiscono la spina dorsale dell’economia nazionale e soprattutto della Padania
attraverso un freno alla liberalizzazione commercio da consentirsi solo laddove ci siano garanzie di
tutela della proprietà intellettuale, dell’attuazione di normative di tutela dell’ambiente, dei lavoratori
e dei consumatori. In caso contrario, l’utilizzo delle barriere doganali non sono certo un ritorno al
passato, ma una tutela necessaria delle nostre aziende, del made in Italy.
Modifiche più di rilievo che il Senato ha votato sono: la nullità dei contratti di strumenti finanziari
con componenti di derivati stipulati in violazione delle disposizioni da parte degli enti locali; nuove
risorse ai comuni svantaggiati confinanti con le Regioni a statuto speciale, ossia ulteriori 22 milioni
di euro per ciascuno degli anni 2009 e 2010 e ulteriori 27 milioni per l’anno 2011; nuove norme sul
patto di stabilità con i quali si stabilisce che non si applicano le nuove sanzioni per il mancato
rispetto del patto per gli enti locali, che hanno rispettato il patto nel triennio 2005 e 2007 e che non
hanno aumentato il livello di spesa corrente rispetto alla media del 2005-2007 (escluse spese per
adeguamenti contrattuali) se lo sforamento del patto è dovuto ad interventi infrastrutturali, che
devono essere autorizzati con decreto del ministero dell’Economia con parere della conferenza
unificata. Al Bilancio inoltre l’implemento dei capitoli della missione 5 – ordine pubblico e
sicurezza per 565 milioni per il 2009 – 543 milioni per il 2010 e 419 per il 2011; maggiori fondi per
la competitività e sviluppo delle imprese, incentivazione per lo sviluppo industriale; l’implemento di
120 milioni per la missione 1 istruzione scolastica programma 1.14. In riferimento a questo capitolo
si auspica fortemente che il collegamento con il comma 47 dell’articolo 2 della legge finanziaria , in
modifica al testo licenziato da quest’Aula, che stabilisce che entro 30 giorni con un decreto del
Ministro competente saranno stabiliti i criteri per la distribuzione alle regioni delle risorse
finanziarie in oggetto, gli stessi vengano destinati prevalentemente alle istituzioni scolastiche non
statali, le paritarie appunto.
Concludo quindi dichiarando il voto favorevole della Lega Nord, perché il provvedimento è
coerente con la politica economica ispirata in primis ad un processo di riduzione di spreco e di non
razionale utilizzo delle risorse pubbliche, e finalizzata a liberare nuove risorse da destinare alle
sentite esigenze delle famiglie e delle imprese, sempre più in difficoltà per l’acuirsi della crisi
economica e finanziaria.