ROBERTO SIMONETTI , Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. Questo è un decreto-legge che nasce già male perché un decreto-legge per avere tale definizione, tale status dovrebbe risolvere situazioni contingenti e urgenti, caratteristica che il decreto non ha perché l’unico scopo del Governo è evitare il referendum, evitare un’altra batosta elettorale simile a quella del 4 dicembre scorso sul referendum costituzionale, tanto che è anche scritto all’interno del testo del decreto-legge.
Il decreto-legge abroga tout-court una fattispecie contrattuale che era sì da modificare, era sì utilizzata in abuso, il voucher era una situazione che creava precarietà ma non tanto per il suo spirito iniziale che era quello del lavoro occasionale meramente accessorio ma perché è stato modificato proprio da chi oggi ne propone l’abrogazione per andare incontro alle esigenze non tanto dei lavoratori, non tanto delle imprese che lo utilizzavano ma della CGIL, di un sindacato che ha raccolto, giustamente dal suo punto di vista, milioni di firme per l’abrogazione di tale sistema contrattuale. Il Governo quindi non vuole dare una risposta all’abuso dei voucher, non vuole dare una risposta a tutti coloro che lavorano nel campo dell’impresa stagionale, delle imprese commerciali per quando hanno il periodo di saldo e quindi hanno punte di lavoro non programmabili, non vuole dare risposte con questo decreto a tutte le imprese del settore turistico-ricettivo e della ristorazione, dell’agricoltura e soprattutto non vuole dare risposte alle famiglie che devono accudire i propri anziani, i propri malati, i propri figli. Non vuole dare risposte se non a se stesso, se non alla sua paura, alla propria paura di evitare un’ulteriore débâcle anche elettorale. Se è vero come è vero che il tempo c’era, la decretazione d’urgenza non era così indispensabile perché la Commissione lavoro, da almeno un anno, aveva in dibattito e in discussione proposte di legge che modificavano l’abuso dei voucher dovuto alla stratificazione normativa e legislativa successiva al 2003, anno in cui il centrodestra, attraverso il Ministro Maroni e il consulente Biagi, fece nascere la possibilità di tale forma contrattuale. Poi negli anni c’è stata un’evoluzione, un’espansione che è sempre stata portata avanti attraverso i voti di questa maggioranza. Infatti quando si è allargato l’utilizzo dei voucher, la Lega votò contro: nel 2012 votò contro la legge Fornero sulle pensioni; nel 2013, con Letta, quando il criterio dei compensi sostituì il criterio dei settori, quando si cancellò la natura meramente occasionale e si estese l’utilizzo dei voucher a tutti i settori produttivi; votò contro anche nel Jobs Act quando si aumentò la possibilità di utilizzo dei voucher fino a 7.000 euro, disposizione che ha portato ad un abuso. È già stato ricordato: da 500.000 voucher staccati a più di 134 milioni. Quindi non è il voucher in sé che era da cancellare ma è l’abuso dei voucher che era da determinare. Questo decreto-legge ha creato un allarme imprenditoriale notevole tanto che molte associazioni di categoria soprattutto, come dicevo prima, quelle della ristorazione, del turismo, dell’agricoltura, del commercio hanno alzato gli scudi in questo periodo, soprattutto per il fatto che, se anche loro hanno comprato ticket in data antecedente il 17 marzo, non si sentono coperti attraverso il periodo transitorio, dalle modalità in cui è stato normato il periodo transitorio.
Non hanno una copertura legislativa forte tanto che i consulenti del lavoro hanno dichiarato a più pagine e a più voci che questo testo anzi creerà conflitti in termini giuslavoristici che porteranno probabilmente alla mancata possibilità di utilizzare i voucher che sono già stati acquistati. E non è sufficiente, non riteniamo sufficiente il comunicato stampa del Ministro Poletti che oggi l’ha ricordato nuovamente durante il question time. Piuttosto che ricordarcelo così en passant durante una risposta all’interrogazione, faccia un decreto ministeriale, faccia una circolare, faccia un atto giuridicamente valido che stia all’interno della gerarchia delle fonti e delle norme perché il comunicato stampa non rientra in nulla di quanto il diritto in uno Stato di diritto deve prevedere per fornire garanzie costituzionali ai propri cittadini e alle proprie imprese. Infatti il decreto-legge in esame viola la Costituzione, l’articolo 2, quando si afferma che la sovranità appartiene al popolo: se la sovranità appartiene al popolo si faccia il referendum. Se il vostro scopo è quello di abolire i voucher per poi rivedere come normarli allo scopo di determinarne un minore abuso, allora facciamo esprimere il popolo considerato che il popolo lo ha richiesto attraverso una sottoscrizione milionaria di quesiti referendari. Sentiamo cosa vuole il popolo. Inoltre, come ho ricordato, manca l’urgenza e soprattutto il decreto-legge viola l’articolo 24. Per le imprese sarà un problema: l’articolo 24, comma 1, della Costituzione recita “tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi”. Il problema di fondo è che, cancellando gli articoli 48, 49 e 50 del Jobs Act, voi cancellate tutte le norme che stabiliscono quali sono sia i diritti e i doveri del committente sia i diritti e i doveri del lavoratore. Quindi non essendoci più la norma, non ci sono più i diritti da difendere e pertanto viene leso il diritto costituzionale, come dicevo prima, di poter agire in giudizio per tutelare la i propri diritti.
Quella vostra è una parte che deve essere chiarita perché non è possibile e non è immaginabile che il Governo faccia da tappezzeria alla CGIL e poi dopo, quando vede che c’è una levata di scudi del mondo imprenditoriale, oggi il Ministro ci dica che è intenzione del Governo approvare un altro decreto per normare ciò che adesso viene abrogato. Dunque a mio avviso il Governo deve farsi delle domande e darsi delle risposte cioè c’è o ci fa? Abbiamo avuto la possibilità in Commissione di definire e far divenire legge una proposta di legge che era un testo unitario della relatrice di maggioranza che era coadiuvata anche dai testi della minoranza. Abbiamo fatto numerosi incontri in comitato ristretto, abbiamo proposto emendamenti, il Governo ha obbligato la Commissione a votare un emendamento completamente soppressivo degli articoli del Jobs Act, ha prodotto un decreto-legge completamente abrogativo e oggi ci viene a dire che produrrà un altro decreto per normare ciò che oggi cancella. Ma c’è qualcosa che non funziona a mio avviso. Si sarebbe potuto benissimo utilizzare questo spazio parlamentare per normare già questa evoluzione verso la volontà di diminuire l’abuso di utilizzo dei voucher. Perché non si apre oggi – sentiremo poi gli esponenti di maggioranza cosa diranno – una fase emendativa del decreto-legge in funzione di ciò che voi vorrete produrre in termini migliorativi se riuscirete successivamente a migliorare il testo attraverso un nuovo decreto-legge per ridurre l’abuso di voucher? Perché non volete utilizzare questo spazio? Secondo me è una presa in giro del Parlamento, una presa in giro del comitato referendario e soprattutto una presa in giro di tutti i milioni di cittadini che hanno sottoscritto il referendum: voi fate un decreto per non farli andare a votare e, il giorno dopo, quando la Consulta vi dirà che non si farà più il referendum, voi approverete un altro decreto per ripristinare ciò che era oggetto del referendum. Se non è una presa in giro questa del Parlamento, degli elettori, della CGIL, dei comitati referendari, dei cittadini, dei sottoscrittori, degli italiani tutti? Io non so di più che cosa si possa fare. Io chiedo, chiedo al Governo, chiedo alla maggioranza di mettersi una mano sulla coscienza, soprattutto una mano sulla coscienza della propria dignità in questo senso, e di utilizzare quindi lo spazio parlamentare, qui alla Camera e successivamente al Senato, per modificare già il decreto-legge n. 25 del 2017, in modo tale da rendere immediatamente utilizzabili i voucher nei settori turistico-alberghieri, ricettivi, per le famiglie, per accudire i propri anziani. E non venite a parlarmi del mini-job: il mini-job creerà certamente maggiore precariato rispetto ai voucher.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ROBERTO SIMONETTI, Relatore di minoranza. E quindi l’incontro fra un ex Ministro e il Presidente del consiglio, che poi non si capisce se sono rapporti di maggioranza, rapporti di forza, rapporti politici, rapporti sulla legge elettorale, rapporti sulle presidenze di Commissione del Senato…
PRESIDENTE. Ha concluso il suo tempo, onorevole Simonetti.
ROBERTO SIMONETTI, Relatore di minoranza. Sì. Allora concludo dicendo appunto che noi non abbiamo dato fiducia a questo decreto-legge, non daremo fiducia alla relazione di maggioranza, abbiamo prodotto una relazione di minoranza, e fa fede il testo depositato a mia prima firma per la risoluzione dell’abuso dei voucher, che è appunto la proposta di legge n. 4206. Noi ci appelliamo al Governo affinché in fase emendativa accetti le nostre proposte, per non perdere ulteriore tempo. Abbiamo già perso quasi cinque anni, non perdiamone altri!