Alla commemora-
zione del 70° anniversario della Liberazione a Biella ho potuto apprezzare l’intervento del professore Claudio Dellavalle,
presidente dell’Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea quando ha voluto evidenziare il ruolo primario che la politica ebbe allora nel guidare le scelte. Ha ricordato che sia durante la Resistenza che nei periodi immediatamente successivi alla Liberazione, la Politica, con la “P” maiuscola, aveva permeato i sentimenti di libertà, di senso civico, di comunità. E che la Politica, concretizzatasi nei Partiti, aveva redatto la Costituzione caratterizzando soprattutto quelle parti in cui la dignità umana, il rispetto delle identità sia singole che collettive sono contraddistinte. Il professore poi ha descritto lucidamente il parallelismo con l’attualità, con il periodo storico del nostro tempo in cui il venir meno dello spirito civico dei partiti e della politica, ha portato la società a perdere i propri riferimenti identitari, trasformandosi sempre più in una somma di consumatori distratti, sempre più priva di ideali e traguardi di alto respiro. L’attacco continuo e costante alla politica ed ai partiti ha tolto alla società la possibilità di utilizzare serenamente questi contenitori democratici di formazione di una classe dirigente, come luoghi in cui sognare e studiare il futuro in maniera seria, propositiva e costruttiva, lasciando quasi al caso o all’economia il potere di gestire il timone della storia.
Ecco perché trovo importante ripartire anche da qui, dal 70esimo anno dalla Liberazione, e mediante uno studio sapiente di intreccio di storia e memoria, ridare così nuovo e fondamentale vigore all’azione della politica per porla nuovamente alla guida della società moderna.
Uno studio della storia e della memoria quindi non certo per “colorare” politicamente quegli avvenimenti, anche perché tutti sanno che non fu solo il rosso il colore trainante, ma che anzi l’aiuto Alleato fu indispensabile a raggiungere l’obiettivo, ma per riportare all’attualità quei sentimenti di comunità, di appartenenza, di identità che sono stati alla base della costruzione non solo della democrazia nel paese ma anche i primi vagiti di una Europa, sognata come Europa dei Popoli, ma che nella realtà si è evoluta in una Europa dei burocrati e delle lobby economiche.
All’interno di questi binari sono sicuro che il territorio biellese possa trovarsi per riflettere, riportando alla luce avvenimenti che hanno contraddistinto il nostro passato allo scopo di ritrovare il giusto orgoglio per ripartire a costruire il futuro del nostro distretto laniero. Avvenimenti storici unici nel panorama nazionale dell’epoca. Ricordo il Contratto della Montagna, primo accordo fra i sindacati clandestini e gli industriali biellese firmato al Quadretto di Selve Marcone, e la resa del 75° Corpo d’Armata Whermacht in Piemonte firmata a Biella su un cofano di una jeep davanti all’Hotel Principe.
Se le Istituzioni locali, l’Anpi vorranno organizzare una piattaforma con queste finalità, sarò lieto di poter parteciparvi con il mio contributo personale e politico.
On. Roberto Simonetti
Lega Nord