Gentile Direttore,
dinanzi a plateali disservizi postali nel servizio di recapito ci ritroviamo dinanzi ad una deresponsabilizzazione politica come se il problema fosse solo di natura organizzativa. Invece il tutto scaturisce da precise scelte politiche ed economiche che il Governo, a trazione Partito Democratico, ha effettuato oltre due anni fa.
Infatti, con la legge di stabilità per il 2015, e precisamente all’art. 1 commi 274, 275,276 e 277 della legge 23 dicembre 2014 n.190, il Governo ha previsto di ridurre lo stanziamento economico a favore di Poste e, di conseguenza, al fine di adeguare i livelli di servizio alle mutate esigenze degli utenti in funzione del contesto tecnico, economico e sociale, nonché di assicurare la sostenibilità dell’onere del servizio universale in relazione alle risorse disponibili, ha previsto che il contratto di programma da stipularsi fra Governo stesso e Poste potesse prevedere l’introduzione di misure di razionalizzazione del servizio e di rimodulazione della frequenza settimanale di raccolta e recapito sull’intero territorio nazionale.
In altri termini, il Governo Renzi ha tolto risorse a Poste, consentendo la razionalizzazione del servizio per abbassarne i costi di gestione.
Da allora, tutto ciò che è stato attuato è stata l’inevitabile conseguenza di quelle scelte.
Poste Italiane sottopone la nuova proposta di servizio a AGCOM, l’Autorità di Vigilanza sulle Comunicazioni, la quale, con delibera 395/15/CONS del 25 giugno 2015, la autorizza ad attuare progressivamente e gradatamente il modello di recapito a giorni alterni, articolato in tre fasi, secondo le previsioni governative di introduzione di “misure di rimodulazione” della frequenza di erogazione dei servizi interessanti l’intero territorio nazionale.
Il 15 dicembre 2015 il Ministero dello Sviluppo Economico e Poste Italiane sottoscrivono il Contratto di Programma 2015-2019 che, ai sensi della legge di stabilità 2015, ha disposto la riduzione dei giorni di consegna della corrispondenza.
Con i colleghi deputati della Lega Nord, ho quindi interessato AGCOM per verificare la situazione in essere e la stessa Autorità ha risposto che il piano strategico ed economico del Governo è stato concretizzato nel rispetto della normativa. Anzi ci informa che, nell’anno 2015, a fronte di 2.842 interventi pianificati di chiusura degli uffici postali, gli interventi effettivamente realizzati sono stati solo 990.
L’Agcom, in sostanza, conferma che i problemi connessi alla consegna della posta in modalità “giorni alterni” scaturiscono esclusivamente dalle norme contenute nella legge di stabilità 2015, con la quale il Governo PD che l’ha varata, nell’ottica di contenimento della spesa pubblica, ha modificato il quadro normativo relativo al servizio postale universale, ne ha tagliato le risorse destinate al suo finanziamento (basato sul presupposto di una crescente contrazione dei volumi postali) ed ha posto le basi per una complessiva revisione delle modalità di fornitura.
Concludo dunque sintetizzando la situazione: i disservizi di oggi dipendono dalla volontà di allora del Partito Democratico di tagliare fondi a Poste Italiane e di prevedere il recapito a giorni alterni della corrispondenza. A nulla servono quindi le sole lettere di lamentela da parte di parlamentari del PD.
La soluzione del problema rimane quindi esclusivamente nella modifica della legge di stabilità 2015.
Onestà intellettuale vuole che si ristabiliscano adeguate risorse economiche a Poste Italiane impegnandola così al ritorno al recapito quotidiano.
On. Roberto Simonetti – Lega Nord Padania
Contratto_di_Programma_MISE-Poste_Italiane_2015-2019