In commissione lavoro alla camera dei Deputati sta prendendo forma sempre più una soluzione per ottenere la flessibilità pensionistica in sostituzione della riforma Fornero. Lega Nord ha proposto la “quota 100” per poter accedere alla pensione: requisito raggiunto quando la somma fra età anagrafica con un minimo di 58 anni e età contributiva, con un minimo di 35 anni, arriva alla quota 100 appunto. Salvaguardati quindi i precoci con 42 anni di versamenti. Senza penalizzazioni. Vi è poi la proposta del presidente Damiano, la cosiddetta pdl n.857, che è stata presa come testo base della commissione per ottenere le quantificazioni economiche da parte del Ministero del Lavoro e dall’Inps. Dopo un anno di richieste finalmente la scorsa settimana l’Inps ci ha comunicato il costo della flessibilità in uscita con questi parametri: penalizzazione di 3 punti percentuale annuo, uscita a 63 anni e sette mesi con 35 anni di contributi, onere per le casse dello Stato di 1,5 miliardi per il 2017, 2,6 nel 2018 e a poco più di 3 miliardi a decorrere dal 2019. Cifre che posso essere considerate importanti ma non certamente impossibili tenuto conto che una normale finanziaria ammonta all’incirca a 25/30 miliardi di euro all’anno e i famosi 80 euro di Renzi son costati 10 miliardi di euro. Ora Parlamento e Governo non hanno più alibi, ogni informazione sia metodologica che economica è nota a tutti. Basta solo trovare la volontà politica. E’ finito il tempo per aspettare, per tergiversare, per fare ragionamenti prettamente elettorali o di tenuta dei conti pubblici sulla pelle dei lavoratori. Lega Nord è disponibile a sostenere e votare la proposta Damiano. Sarebbe auspicabile che lo fosse anche il Governo Renzi e il Partito Democratico nella sua interezza.
On. Roberto Simonetti Lega Nord Padania
Segretario della XI Commissione Lavoro della Camera dei Deputati