I fatti di Berlino, il suo epilogo milanese, e l’esito referendario sulla riforma costituzionale portano a riflessioni profonde sulla organizzazione istituzionale del Paese.
Da un lato il neo Ministro dell’interno On. Marco Minniti vuole realizzare una “prevenzione collaborativa” attraverso un pieno coinvolgimento di amministratori locali e lo Stato per aumentare il controllo del territorio a favore di una maggiore sicurezza.
Dall’altra parte il popolo lo scorso 4 dicembre, con una presenza massiccia alle urne, ha chiesto un ritorno ad una piena considerazione delle autonomie locali e regionali e la possibilità di eleggere i propri rappresentanti bocciando sonoramente le elezioni di secondo grado per il Senato e conseguentemente anche per le Province, tra l’altro salvate dalla loro cancellazione.
Istanze queste che devono ottenere una risposta immediata da parte del legislatore. Lo stretto collegamento fra cittadino, eletto ed istituzioni è da concretizzarsi al più presto con un nuovo modello di Stato federale ed anche con una nuova compagine amministrativa locale, in cui il rappresentante dell’area vasta possa avere aggiuntivi compiti legati ai temi della sicurezza, del controllo del territorio, dell’ordine pubblico, cosicchè chi ne deterrà la rappresentanza dovrà risponderne non solo ai suoi vertici istituzionali ma soprattutto ai suoi concittadini che lo hanno eletto, avendogli conferito il duplice compito di governo del territorio e di controllo dell’ordine pubblico e della sicurezza, in collaborazione con le Questure. Un presidente provinciale eletto, che sostituendosi per certe prerogative alla figura del Prefetto oramai sempre più burocratizzata, ne condivide così l’indennità di funzione per non aggravare il costo della spesa pubblica.
Ecco perché ho presentato una proposta di legge che si muove in tal senso, per il ripristino delle elezione diretta del Presidente della Provincia, del suo Consiglio, con l’attribuzione a questi di nuovi compiti in materia di ordine pubblico e di sicurezza, svuotando le prefetture di tali funzioni, al fine di avvicinare sempre più le istituzioni ai suoi cittadini e ai territori rappresentati.
Abbiamo visto come l’attuale sistema di elezione di secondo grado per i consigli provinciali snaturi l’essenza stessa della democrazia sancita dall’art.1 della Costituzione (la sovranità appartiene al popolo) e come ha prodotto distorsioni nella rappresentanza dovuta alle votazioni con peso ponderato dei consiglieri comunali in funzione del numero di abitanti dei rispettivi Comuni. Il Consiglio Provinciale non può e non deve essere considerato alla stregua di un semplice consorzio di amministratori, ma deve essere il vero luogo della rappresentanza della comunità di area vasta. E’ inconcepibile che pochi consiglieri comunali, solo perché eletti in Comuni con molti abitanti abbiano un potere di voto venti volte superiore a quello di consiglieri comunali delle municipalità più piccole. Questo metodo di elezione indiretta produce storture democratiche evidenti e oggettive che porteranno nel gennaio prossimo ad essere eletti consiglieri provinciali a Biella dei candidati che riceveranno pochissime preferenze personali ma di peso elettorale notevole, superando così altri candidati che otterranno invano molti suffragi personali ma di lieve peso elettorale.
La mia proposta di legge rafforza i territori, le autonomie e i cittadini, dando loro la possibilità di scegliere attraverso elezioni dirette da chi farsi governare localmente e da chi farsi garantire un maggiore livello di sicurezza e ordine pubblico, proprio in un momento storico in cui anche nelle piccole comunità possono insinuarsi situazioni di estrema tensione sociale dovute alla crisi economica e all’immigrazione clandestina.
On. Roberto Simonetti