In questi giorni si parla e parlerà molto della legge Cirinnà inerente alle unioni civili, soprattutto omosessuali. Si è svolta una manifestazione pro-legge sabato scorso e vi sarà sabato prossimo una manifestazione pro-famiglia tradizionale, a cui fisicamente o moralmente parteciperò.
Il problema di fondo, per il quale voterò fermamente contro a questa legge del Partito Democratico, non è il non voler riconoscere diritti alle coppie di fatto anche omossessuali ma è l’equiparazione dell’unione civile omosessuale al matrimonio tradizionale che intrinsecamente la legge Cirinnà andrà a realizzare. Con addirittura la possibilità per le coppie gay di adottare bambini.
Bisogna dire con chiarezza, senza paura, che se il ddl Cirinnà passasse con quel testo, in Italia si istituirebbe di fatto il “matrimonio omosessuale” con possibilità di adozioni e con la conseguente legittimazione della pratica dell’utero in affitto. Senza contare che tutto ciò aprirebbe totalmente le porte all’indottrinamento gender nelle scuole e cioè il sostenere la prevalenza dell’ “identità di genere” sul sesso biologico, mediante la decostruzione di ogni comportamento o ruolo tipicamente maschile o femminile insinuando che si tratterebbe sempre di arbitrarie imposizioni culturali e non, come ovvio che sia, di condizioni naturalmente diverse.
E se dalla proposta Cirinnà si togliesse la cosidetta stepchild adoption, cioè l’adozione del figlio, biologico o adottivo, del compagno (compagna) e si mantenesse invariato tutto il resto, e cioè il rito di avvio dell’unione civile davanti all’ufficiale dello stato civile con la presenza di due testimoni, l’equiparazione anche per le unioni degli articoli del codice civile che disciplinano il matrimonio, la pensione di reversibilità, la partecipazione alla quota di legittima per la successione, l’autorizzazione a ogni Comune di trascrivere in Italia i matrimoni dello stesso sesso contratti all’estero, si introdurrebbe di fatto nella nostra legislazione, con altro nome, il matrimonio gay. Che porterà inevitabilmente a legittimare le persone unite civilmente non già alla sola stepchild adoption bensì all’adozione tout court. Oppure per lo stesso principio sarebbe poi inevitabile permettere alla coppia gay anche l’accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita che, a causa degli ovvi impedimenti di natura, non potrebbe essere che di tipo eterologo, con ricorso, nel caso dei partner di sesso maschile, anche alla pratica dell’utero in affitto. Un mercato di semi, di ovuli, di uteri, sperando che l’industria biotecnologica non si inventi pure l’utero artificiale, pregustando così il business arcimiliardario delle “coltivazioni” di esseri umani.
Ecco perché voterò contro questa proposta del Partito Democratico: per dire di SI ai diritti per tutti e NO al matrimonio omosessuale.
On. Roberto Simonetti Lega Nord Padania